CHE FACCIAMO?

La scorsa settimana ci sono state delle giornate di pioggia in cui ci siamo coccolati e divertiti in casa!

Qualche giorno prima avevamo visto le foto di quando aveva più o meno 6 mesi e ci mettevamo sulla coperta a giocare in sala con tutti i suoi oggettini. Avevamo anche creato un CESTO DEI TESORI! Mi cognata Silvia lavora all’asilo nido di sua cognata Barbara dove Lia ogni tanto è andata ed ho conosciuto questo “gioco”!

DA WIKIPEDIA: Il cesto dei tesori è una tecnica ludica, sperimentata oltre trent’anni fa da Elinor Goldschmied, una psicopedagogista britannica e rivolto ai bambini di età compresa fra i 6 e i 10 mesi:  essendo ancora limitata la possibilità di raggiungere materialmente i moltissimi oggetti che vede nell’ambiente intorno a sé, un’attività da svolgere seduto risulta efficace per appagare la sua curiosità verso gli oggetti. Il cesto dei tesori consiste in un cesto di vimini o altro materiale naturale di circa 35 cm di diametro e circa 12 cm di altezza riempito con circa 60/100 oggetti vari che hanno la caratteristica di essere “non strutturati”, sono cioè oggetti molto semplici fatti esclusivamente con materiali naturali: legno, metallo,gomma, carta, tessuto, pelle, pelo, cartone, corno ecc. Nella versione originale, sono banditi gli oggetti di plastica e qualunque oggetto di altro materiale sintetico. Ai bambini, seduti di fronte al cesto viene lasciata massima libertà di esplorare gli oggetti che preferiscono, gli oggetti vengono afferrati, toccati, passati da una mano all’altra e portati alla bocca; esaurita l’esplorazione di un certo oggetto, il bambino ne sceglierà un altro. Il ruolo dell’adulto in questo gioco è quello del mero osservatore, la sua presenza ha lo scopo di garantire serenità senza intervenire. Durante il gioco col cesto dei tesori i bambini dimostrano una grande capacità di concentrazione, il gioco riesce a coinvolgerli per intervalli di tempo che, considerata l’età, sono sorprendenti.

ovviamente noi lo abbiamo fatto a modo nostro ed effettivamente si è divertita molto e passava da un gioco ad un altro dopo averlo esplorato in tutto e per tutto proprio come descritto sopra! Era bellissimo vederla scoprire ed esplorare!

Insomma, la settimana scorsa vedendo quelle foto ha voluto replicare la pennichella pomeridiana sul pavimento in sala!

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Col tempo i cestini per contenere le sue cosine sono diventati tre, e ce ne vorrebbero altri! E si diverte ancora a passare da un gioco ad un altro, costruendo, girando viti di plastica, suonando le pianoline, tintinnando chiavi di plastica, facendo costruzioni e torrette da impilare… Le piace anche riscoprire i giochini che usava “quando ero piccola” come dice lei “ora sono grande! ho due anni e mezzo!”

Quando le pare è grande grande, e quando le conviene è piccola piccola!

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Poi abbiamo fatto un bel giochino assemblando le facciotte di un maschietto e una femminuccia. Di solito il pomeriggio riusciamo quasi sempre ad uscire, e quando invece rimaniamo in casa “adda passà ‘a jurnata!”. Ho disegnato la sagoma di un viso e poi 2 tipi di occhi, bocca, naso…

Non credevo, ma Lia si è proprio divertita e mi invitava a fare le foto alle facciotte! Poi chiamava le sorelle e diceva: guarda che ho fatto!!!!! tutta soddisfatta!

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Due antichi mestieri!

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La mamma e il bambino, Io e Lia, entrambi nuovi a questi due antichi mestieri, abbiamo saputo da subito cosa fare, ci siamo confortati dopo le fatiche del parto… Quando è nata Lia ha sofferto un pochino, quindi nel mese successivo ci sono stati i dovuti accertamenti, e anche se “sapevo” che era tutto a posto, non smettevo di avere ansie e paure, ed infatti non ho goduto subito appieno delle gioie di questa nuova vita… L’ecografia alla testolina, al cuoricino. La neuropsichiatra che mi diceva che Lia ad un mese doveva toccarsi i piedini, io pensavo che invece lei nemmeno sapeva di averli, oppure quella volta che Lia stava scoprendo la lingua e quindi se la mordicchiava e la tirava fuori: la neuropsichiatra mi ha chiesto se faceva sempre così. Il giorno dopo l’ho passato a metterle dentro la lingua!  La pediatra ha detto che non mi avrebbe fatto più ricette per andare da questa strana dottoressa… La crescita e le reazioni di Lia andavano benissimo e quindi mi tranquillizzò informandomi delle cose che sarebbero piaciute alla piccoletta: sentirsi contenuta con le braccia, perché fino a pochissimo tempo prima lei era abituata a stare ovattata e protetta nella pancia; dovevo cullarla, col bagnetto, con una ninna nanna, con le parole; darle tutte le attenzioni di cui aveva bisogno per renderla indipendente nel suo futuro. Mi ha detto di rilassarmi e godermi tutto ciò che lei poteva darmi, e di stupirmi di tutte le sue prime volte. Che buffi i neonati quando scoprono le manine e cercano di portarle vicino al naso per vederle ed esplorarle meglio storcendo gli occhi! Nell’istante in cui ho potuto avere già in ospedale Lia tutta per me, mi sono stupita della grande sensibilità che hanno i neonati di rivolgersi subito in direzione del seno e del suo caldo profumo. Una piccola nuova creaturina che dipende esclusivamente da te! In quello stesso momento è nato anche un padre, Nino, di nuovo… E sono nate anche due nuove sorelle, Eliana e Chiara, le figlie di Nino… Se ascoltavamo con attenzione, era proprio Lia a guidarci verso le sue necessità, fin dai primi attimi… Piano piano si inizia ad interpretare la loro lingua… Magari si sbaglia, ma poi si ritorna sui giusti binari… E così la vita quotidiana prende tutta un’altra forma…

Eliana, la figlia più grande di Nino, per l’esame di terza media che ha sostenuto lo scorso anno, ha portato una tesina intitolata “Il ruolo della Donna nella storia”. L’argomento per scienze era questo: Donna e mamma. La gravidanza.” Secondo me è stata molto brava a reperire ed assemblare tutte le informazioni prese da internet e libri. Non so la fonte e gli indirizzi dei siti a cui si è rivolta, quindi non posso citarli, però ci sono dei passaggi proprio carini!

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