Come hai fatto? Perché lo ha fatto?
Sei arrivato in punta di piedi e sei entrato dentro di me…
Sei riuscito a camminare a modo tuo nei miei pensieri, dietro ai miei occhi.
Ho sentito il tuo odore, poi sei sceso alla bocca e mi hai fatto gustare il tuo sapore… Io lì, proprio li, superata la gola avevo messo un cancello, un lucchetto che tu hai scassinato. Sei arrivato al nucleo bollente che avevo ibernato… Ma il magma incandescente che non ricordavo di avere ha incendiato tutto… Mi hai presa per mano e mi sono vista con i tuoi occhi. Dicevi che riuscivi a specchiarti in me, che mi avresti camminato accanto…
Poi sei sceso più giù e hai travolto ogni mio senso… Ti ho sentito nei miei respiri, nei miei battiti… A lungo hai danzato sopra di me, sopra il mio corpo nudo e assetato di te, di noi, della tua pelle, dei tuoi respiri dentro ai miei… E ci siamo scambiati tutto quello che potevamo scambiare, mescolandoci l’uno nell’altro… I battiti che rallentavano, poi acceleravano al ritmo del nostro possederci. Ho abbandonato tutti i miei orpelli, le mie paure, nuda di ogni vestito e pensiero, davanti a te, con tutte le mie cicatrici che tu volevi cospargere di miele…
Invece ci hai tirato il sale. e come brucia ora tutto questo…
Ora dove sei? Perché hai trovato l’uscita? Le tue impronte sono rimaste dentro di me, come le orme sull’ardente deserto… Ci vorrebbe il vento… Non puoi essere tu ora soffiare sul mio animo per spostare la sabbia e cancellare il tuo passaggio…
Nessuno potrà riempire quel mio pezzettino di cuore, perché ti appartiene…
Ora posso solo aspettare la marea, che come in spiaggia arriva e porta via con sé le scritte lasciate sul bagnasciuga…
Per una cosa devo ringraziarti però… Hai finalmente riaperto la porta del mio cuore, e stavolta non la chiudo, semplicemente la accosto, in attesa di una nuova brezza, un brivido che faccia ancora vibrare tutti i miei sensi, per potere gustare quel sapore così buono e intenso.
E allora respiro e aspetto un nuovo giorno e un nuovo orizzonte…