Intervista a Eric Murray, dei The Blind Spot, protagonista di Crash Bang Wallop di Laura Rocca.

Buongiorno, amici di blog! Buongiorno a tutte le lettrici!

Oggi, sono davvero emozionata e non sto più nella pelle: non vedo l’ora di rivelarvi il personaggio libroso che sto per intervistare.

Un colpaccio!

Un protagonista particolare, focoso, che non ha nulla da invidiare a nessuno. Si tratta di un batterista, che fa parte di una band di fama mondiale, i The Blind Spot.

Appena inizia a muovere le sue bacchette, parte la magia. Il ritmo gli entra nel sangue e lo trasmette anche a tutti coloro che lo ascoltano.

Avete già capito, no?

Ebbene sì, oggi saremo in compagnia del fantasmagorico Eric Murray, direttamente dalle pagine del libro Crash Bang Wallop (Rise Like a Rocket)!

E qui sento applausi, fischi e ragazze urlanti.

Diciamo che lui è molto intenso, quindi avevo un po’ di timidezza. Prima di decidermi a chiedere alla sua autrice di intercedere per me e di concedermi un’intervista, ci ho pensato un pochino. Ma, alla fine, incontrare proprio Eric era un’occasione talmente golosetta da non farsela scappare.

Oggi, non parlerò con Laura Rocca, ahimè, però cercheremo di estorcere a lui qualche informazione. Qualcuno di voi di WordPress, la ricorderà come La Dama col Cappello e il suo blog Racconti dal Passato. Proprio da qui, ha iniziato con un libro fantasy, il primo volume di Le Cronistorie degli Elementi. È stato bello seguire, negli articoli e nei commenti, la sua nascita. Ora è, a tutti gli effetti, una affermata autrice self. I suoi romanzi sono molto apprezzati, ci regala sempre belle storie, ben confezionate e con tante emozioni da vivere. A partire dalle Cronistorie, passando per i Falling in Love, i Challengers, Alchemic, Respirami, Lady Jessica e gli Of Vices and Virtues, per finire con i The Blind Spot!

La sua pagina autrice Amazon: https://www.amazon.it/Laura-Rocca/e/B010Q2LUPA?ref=sr_ntt_srch_lnk_1&qid=1650978099&sr=8-1

Pagina autrice Facebook: https://www.facebook.com/LauraRoccaAutrice

Ora, però, bando alle ciance e…

Siete pronti ad accogliere Eric?

Eccolo!

Ciao, Eric. Che emozione averti qui, a mia completa disposizione.

Voi che leggete, non potete capire che sguardo mi ha lanciato.

Iniziamo con l’intervista, va, che è meglio.

Cosa rappresenta la musica, per te?

Ciao Alessia, che piacere conoscerti. È sempre una gioia parlare con le mie fan o con le mie lettrici. Ti rispondo: la musica è a luce. È quello che mi ha tirato fuori dal periodo più buio della mia vita.

Allora, dobbiamo ringraziarla.

Già.

È stato subito amore con la batteria? Hai mai pensato a un altro strumento?

No, l’ho vista, era lì davanti a me, è stato un richiamo. Prima di trovarmi in quella stanza, davanti alla batteria, non avevo mai considerato di diventare un musicista.

È facile mantenere alta la tua facciata di bello e dannato per nascondere il buchino che porti dentro?

Assolutamente no, ma agli altri deve sembrare così, altrimenti lo capiscono subito che stai fingendo.

In che modo ti rappresenta la canzone Faget dei Korn?

È stata un’epifania. Quando ho ascoltato quella canzone, stavo subendo gli stessi abusi che venivano descritti nel testo. È stato come essere compreso da qualcuno.

Eric, il tuo è stato il primo volume della serie dei The Blind Spot che ho letto. Sei un ragazzo con tante peculiarità. Devi essere orgoglioso di come ti ha dipinto e creato Laura. Hai tutto un mondo dentro che vuole essere scoperto solo da chi ne vale la pena. Ovvio che, in questo romanzo tutto dedicato a te, compaiano anche gli altri protagonisti della serie. Mi sono incuriosita, quindi leggerò anche di loro. Ti va di spendere una frase per ognuno dei tuoi compagni della band, così possiamo conoscerli un po’ meglio anche noi?

Jaxon… se non ci fosse, dovrebbero inventarlo.

Non indossare pellicce davanti a Denys o ti odierà per sempre.

Kirk è un santo sotto mentite spoglie.

Sherman, l’oscuro signore.

Stiamo aspettando Sherman, che mi affascina molto. E possiamo dire, senza offendere nessuno, che è il protagonista, forse, più atteso. Avete creato mistero e curiosità attorno a lui. Ci puoi dare qualche indiscrezione su di lui e sul suo romanzo?

E pensi che lui racconti qualcosa proprio a me che sono quello con la bocca più larga di tutti? Sì, l’ho aiutato nel momento del bisogno, ma estorcere qualcosa dalla sua boccuccia angelica è peggio che tentare di stappare una lattina alla quale si è rotta la linguetta.

E ora… Lalita. Calcola che mi ho subito trovato dell’empatia con lei. Ha saputo tenerti testa la gattina. Ha un bel caratterino e ha tirato fuori la grinta nel momento giusto. Diciamo che ci ha saputo fare parecchio. Puoi dirci qualcosa di lei, senza fare spoiler?

Lalita è un uragano sotto mentite spoglie, un metro e sessanta di forza e coraggio, l’unica in grado di rimettermi in riga.

Vuoi venire a cena con me? 😆 (ah no, scusa… fai finta di nulla)

Qualche mese fa avrei accettato, ma adesso rischio di fare la fine di Varys del Trono di Spade, eviterei se non ti dispiace.

Solo perché conosco Lalita e la ammiro! Sei stato un protagonista indisciplinato? Cioè, hai seguito la penna di Laura oppure l’hai portata nella direzione in cui hai voluto tu?

Sono sempre i personaggi a parlare, lei si limita a mettere a nudo la nostra anima.

E ora, hai qualche pettegolezzo da darci su Laura? Scrive in silenzio o nel caos? Fa delle scalette? Prende appunti ovunque si trovi? Mangia il pollo con le mani? Puoi dircelo, tanto non ci sente…

Credo abbia un disturbo ossessivo compulsivo. Lei non si limita a fare scalette. Lei fa l’analisi del personaggio, fa la scaletta della serie, fa la scaletta del singolo libro, riassume tutti i capitoli prima di scriverli e fa persino la scheda dei luoghi. Odia scrivere a mano, non lo farebbe nemmeno sotto tortura, detesta anche scrivere con lo smartphone. Se è in giro e le viene qualche idea, registra dei vocali. È obbligata a scrivere sotto tortura: suo marito lavora da casa e blatera tutto il tempo al telefono e, purtroppo, vive in un open space, anche se sta disperatamente cercando casa in modo da chiuderlo fuori dal suo ufficio. È solita ascoltare musica a tutto volume con le cuffie per non sentire lui parlare.

Avrei tante cose da chiederti… ma so che sei indaffarato con la band e tutto il resto. Vuoi dire tu qualcosa a noi?

Nel mio libro c’è già tutto ciò che c’è da sapere su di me, ma in quello di Sherman ho il sospetto che, finalmente, scoprirò il senso di una frase che mi ha detto durante la mia storia e che non riesco a levarmi dalla testa.

Bene, Eric. Sei stato delizioso. Grazie mille di avere accettato. Mi hai fatto felice. Mi sono divertita, e l’opinione che mi ero fatta su di te non è stata disattesa. Salutami quella pazzerella di Lalita, i tuoi amici della band e le loro compagne e Laura.

Grazie a te! Ci rivediamo nel libro di Sherman.

Ciao, Eric!

🥁🎵🎼🎶🎹🎸🎤

Quindi, non ci resta che aspettare, finalmente, il romanzo dedicato a Sherman, In a Minor Key. E non ci vorrà neanche troppo tempo, perché l’uscita è prevista per venerdì 29 aprile.

Speriamo che Laura mi aiuterà e chiederà anche a lui di concedermi un’intervista.

Sherman, In a Minor Key

Molte lettrici già lo hanno conosciuto grazie a tutti i libri della serie, a me è bastato leggere Crash Bang Wallop per innamorarmi follemente della sua mente particolare, del suo animo all’apparenza oscuro, del mistero legato al passato che si porta dentro. In A Minor Key, dove tutti i nodi di Sherman verranno al pettine. Ho il sospetto che sarà una lettura intensa ed emozionante, come tutte quelle che escono dalla penna di Laura. Per questa uscita in particolare, girovagando sui social, mi sono accorta che, con l’acquisto dell’ebook o del cartaceo, ci saranno tante belle sorprese e coccole per i lettori.

Se sbirciate sui suoi social, si possono trovare video, foto, dirette dedicate a Sherman. Addirittura, ce n’è una di Laura e Massimiliano Mollicone, il prestavolto (anche in copertina) tutto italiano del tastierista della band.

ecco il book trailer di Sherman

Come tutte le cose belle, anche la serie Rise Like a Rocket, con In a Minor Key, termina ma, proprio come tutte le cose belle, appunto, non lascerà i nostri cuori tanto facilmente.

Chissà quali altri progetti ci riserverà Laura per il futuro!

Grazie di essere stati con noi.

Intervista a Viola e Paloma, protagoniste del romanzo “La salvezza dell’anima” di Daniela Graglia

L’emozione di incontrare due protagoniste che ho amato di un romanzo come La salvezza dell’anima è stata tanta. Link Golem. Link Amazon
Una lettura che scalda l’anima, come la salvezza che narra. Viola mi ha completamente rapito, con la sua eleganza e tutte le vite che ha vissuto. Paloma, con i suoi colori, è riuscita a pennellare i miei occhi e la mente. Poi ci sono altri due personaggi che non nomino per non rovinare la sorpresa, ma meritano davvero tanto. Un libro dal sapore di casa, di belle cose vissute, di amore, passione e amicizia. Di rinascita.
Sullo sfondo, altra protagonista indiscussa, è Saint Paul De Vence. Mi sembrava di essere là, tra le sue viuzze; nella piazza dove potevo sbirciare il bistrot e la casa di Viola. Altra variabile importante è il ballo, nella sua forma più bella e coinvolgente. 
Una lettura intensa e avvolgente. Ci sono scappate le lacrimette, bei sorrisi e anche qualche risata spontanea.

La casa editrice, Golem Edizioni (link), è sinonimo di famiglia, quindi ogni autore viene coccolato e i libri sono curati e supportati.
Ho avuto la gioia di occuparmi della revisione e, pur leggendolo più volte, non mi è mai venuto a noia, anzi scoprivo sempre nuovi profumi, colori e sfaccettature. Onorata di averli accompagnati nel loro viaggio. Ho potuto scoprire una persona e una donna come Daniela. La ringrazio per gli scambi di opinione, le chiacchiere e le risate!

Bene, ora, bando alle ciance e iniziamo l’intervista. Viola e Paloma sono due donne completamente diverse, per aspetto ed età anagrafica, ma sono complementari ed hanno instaurato un’amicizia sincera.

Paloma, cosa rappresenta per te la danza?
P. È vita e collegamento con la mia terra lontana. La danza rappresenta la libera interpretazione di sé, l’espressione dei propri sentimenti, l’improvvisazione e l’ascolto degli impulsi più profondi.

Cosa nascondi dietro il tuo bell’aspetto procace e scoppiettante?
P. La mia storia, come tutti. Mia madre, mio padre, i miei fratelli, i nonni, gli antenati, tutti sono dentro di me. La storia del Messico e della sua gente, le usanze e il folklore. La fatica e le mancanze. I ricordi e le speranze.

Mentre leggevo, mi sembrava di sentire suoni e odori di Saint Paul de Vence. Viola, com’è stato per te scoprire tutte le emozioni che questo paesino poteva regalarti?
V. È stata una scoperta lenta che mi ha permesso di gustarle volta per volta senza esserne sopraffatta e farne indigestione. Non avrei retto, potevo fuggire, tutto troppo insolito per una come me. La magia del luogo, i colori, così come profumi, suoni, stili, fino alle persone che, per un po’, ho tenuto a distanza.

Cosa rappresenta Paloma per te?
V. L’entusiasmo alla vita, la gioia per le cose semplice, l’espressione dei tanti sentimenti che ho sempre trattenuto e che lei, invece, esterna con tanta semplicità convincendoti di quanto siano veri e possibili. È quella parte morbida e affettuosa che io non ho mai avuto.

Siete state due protagoniste diligenti e avete seguito la penna di Daniela, oppure siete state prepotenti facendo sentire la vostra voce così da interferire sulle intenzioni dell’autrice?
V. Siamo diligenti, è nel nostro carattere, seppur Daniela si sia divertita a osservarci. Ci ha spiate rincorrendoci per ascoltare ogni parola e captare ogni gesto, prestando attenzione alle nostre intime confidenze. Spesso lei credeva di passare inosservata, di non essere vista, di camuffarsi nascondendosi per bene. Noi sapevamo che era lì, ma siamo state così gentili da permetterle di esaudire ogni sua curiosità origliando ogni nostro attimo.

Cosa volete dire a Daniela e ai lettori Golem?
P. Daniela ci ha dato vita e vorremmo poterne avere ancora. Cari lettori, tutto dipende da voi. Incuriositevi delle nostre storie, appassionatevi ai personaggi, fantasticate con loro e raccontatelo ad altri perché solo così possiamo continuare a vivere in quel magnifico mondo, libero e gratuito, che è la fantasia.

E tu, Daniela, cosa vuoi dire alle tue protagoniste e ai tuoi lettori?
D. Per creare i loro personaggi mi sono ispirata a due donne reali: l’amica del mare e un’amica sui social. Da tempo le osservavo seguendo il portamento e i modi di fare di una e le varie foto postate dell’altra. Più mi inoltravo nella narrazione e più loro prendevano vita e forma. In quanto reali avrei potuto mostrarvele in foto, ma credo che lasciare all’immaginazione e alla fantasia personale e soggettiva il loro potere creativo mantenga e favorisca quella fascinazione e suggestione che spero sia giunta fino a voi. Grazie! 

Grazie a voi per avermi fatto felice incontrandomi!

Bene, io sono convinta che questo sia un romanzo pieno di magia e fascinazione, capace di trasportarci esattamente nel luogo in cui è ambientato e vivere le stesse emozioni dei protagonisti. Per non anticipare nulla non abbiamo detto nulla degli altri due personaggi importantissimi che animano le pagine. Beh, c’è da innamorarsi!

La salvezza dell’anima fa parte della Trilogia dell’anima. Sono tre volumi autoconclusivi e separati l’uno dall’altro.

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Intervista allo scimmione, emh, Aidan, protagonista del libro “Smash” di Emma Altieri

Eccoci finalmente a una nuova chiacchierata con il protagonista di Smash (link amazon) un libro che ho amato particolarmente. Lo aspettavo da tempo e l’ho letto appena uscito. Le mie aspettative non sono state affatto deluse.
Purtroppo non sono riuscita a pubblicare prima il risultato del mio incontro con lo scimmione. Spero che sia lui sia Emma (pagina autore Amazon) potranno perdonare il mio enorme ritardo.

Ma ora, bando alle ciance, sono sicura che vi innamorerete di Aidan.

Dalla mia recensione per il blog Romance Non-Stop, pubblicata anche su Amazon:
Smash è l’inizio di tutto. Arriva alla fine, ma da qui in realtà si parte.
Nei tre capitoli precedenti abbiamo apprezzato le storie di Ryan e Jamie prima e di Ian poi. The Smartness Serie è piena di emozioni e adrenalina. Corse automobilistiche, moto, il brivido della vittoria… ma anche tanto amore e passione. E una chiave inglese!
Attendevo questo capitolo finale perché, da subito, sono rimasta affascinata da Aidan Pedrini, che, nei due capitoli precedenti, conosciamo quando già è ben inserito nella società Ducati Corse e fa coppia stabile con Paige. In Smash, finalmente, possiamo sbirciare la nascita del loro amore e l’inizio dell’ascesa professionale dello scimmione.
Il racconto è autoconclusivo, ma ogni volume della serie è appassionante e consiglio davvero di leggerli tutti.
Ci voleva questa golosa appendice, un cameo per andare a completare il puzzle, ora ogni tessera è al suo posto.

foto Emma

Questo incontro è stato davvero emozionante per me. Aidan è davvero un adorabile scimmiotto molto hot.

Ecco le mie domande e le sue risposte.

Aidan, quali sono le tue emozioni, ora che Emma ha finalmente deciso di farti uscire dalla sua penna?
Era ora! Sono stato ad aspettare una vita prima che mi desse l’importanza che meritavo ma adesso ho un romanzo tutto mio. Sono strafelice perché la mia storia non è da meno delle altre, poi vuoi mettere adesso come sembro figo agli occhi di tutte le lettrici della serie? Prima ero solo uno di passaggio…
Ahia (scusate Paige mi ha appena mollato una sberla in testa. Si è messa qui dietro di me mentre rispondo alle domande. Ha detto che deve controllare tutti gli strafalcioni che scrivo. Che donna malfidata.)

In questa storia, scopriamo un giovane Aidan di 22 anni. Che impressione ti ha fatto leggere ora, che sei un uomo con una posizione lavorativa e sentimentale molto appagante, i tuoi inizi?
Mi ha fatto strano in effetti. Rivedere il me stesso di allora e riprovare sulla mia pelle tutto il dolore e l’ansia di quel periodo mi ha lasciato un graffio sul cuore. C’erano cose a cui non pensavo da una vita, come la malattia di mio padre o l’aver perso il nostro bambino. Adesso sono un uomo con una famiglia solida con me e l’amore che merito, ma anche se è stata dura arrivare fino a qui, non rifarei nulla diversamente.

Cosa prometti ai tuoi lettori?
Oltre al fatto di leggere di questo splendido esemplare di uomo?
Ahia (sempre Paige. Ha detto che dovrei essere modesto. Ma io lo sono! Sono modestamente un gran figo!)
Ai lettori posso dire che non mancheranno risate e lacrime, emozioni forti e la nostra solita famiglia ingombrante, ma questa è un po’ la nostra particolarità. Senza non saremmo noi.

Tra queste pagine troviamo anche tua sorella Jamie, la trovi cambiata da qui al momento in cui è stata la protagonista di Adrenalin?
Peggiorata vorrai dire! No, sono buono. Fortunatamente è migliorata da allora, è cresciuta sicuramente, anche perché quello che abbiamo vissuto soprattutto con la malattia di papà ci ha fatto apprezzare tutte le piccole cose della vita. Adesso che è mamma e moglie e sa quanto è importante la famiglia. In Adrenalin era cocciuta, ma sicuramente molto più matura dei suoi diciannove anni in Smash. Adesso poi ha Ryan da torturare, quindi io sono più tranquillo.

Ti va di parlarci dei Crow?
Bella coppia di geni pure quelli. No scherzo, ho un buon rapporto con entrambi ma non posso nascondere che il mio legame con Ryan è di vera fratellanza. Quando le ragazze ci hanno lasciato per andare a Barcellona ci sono legati moltissimo. Abbiamo lottato insieme e ne siamo venuti fuori vincitori. Diciamo che i gemelli Crow sono fatti di una tempra quasi uguale all’acciaio. Molto dipende da George, che gli è stato ostile per molto tempo e ha fatto si che i suoi figli diventassero caparbi e determinati anche senza di lui. Jason ha subito molto meno staccandosi quasi subito da tutto per percorrere la sua strada. Non sarò mai abbastanza riconoscente a Ian di essere stato vicino alle mie ragazze quando noi non c’eravamo. Devo molto ai fratelli Crow, ma non diteglielo altrimenti si montano la testa.

E Paige?
Cosa posso dirvi della mia ragione di vita. La mattina di solito sono il primo a svegliarmi e la guardo dormire. Appoggiata sul cuscino con l’aria serena sembra in pace con il mondo e io mi sento l’uomo più fortunato dell’universo. Ringrazio Dio tutti i giorni per avermi messo sulla sua strada quel giorno. Se ci fosse stata un’altra officina nel raggio di qualche metro io non l’avrei mai incontrata e magari oggi non avrei una vita così piena e felice. Lei è il mio tutto. (Non vi dico ora come mi sta guardando! Ragazzi torno fra poco a rispondere perché ho una cosa urgentissima da fare che non può aspettare).

Immagino le riunioni familiari Pedrini – Crow. Una caciara… Vero?
Eccomi di nuovo. (Paige è più sfatta di prima, ma è sempre qui che vigila). Diceva delle riunioni di famiglia. Mamma santa che gran casino. Adesso che i gemelli sono cresciuti e abbiamo la bellezza di quattro gravidanze quasi contemporanee (penso che lo avete letto in Lovin Xmas, la raccolta di racconti natalizia pubblicata insieme a Catherine BC) quando ci riuniamo sembra un centro di igiene mentale. Se viene la voglia a una si scatenano tutte quante per non parlare delle crisi ormonali; le ragazze passano dal piangerti su un braccio ad urlarti contro prendendoti a parolacce. Diciamo che fra me, Jason, Ryan e Ian, non sappiamo più a chi dare i resti. Meno male che Lucinda e George e Dante con Sally ci aiutano a tenerle buone. Quando tutti questi Crow-Pedrini saranno poi sfornati ci ricovereranno direttamente.
Ahia, ahia, ahiaaa (Paige mi sta picchiando ripetutamente con il telecomando della televisione. Che donna violenta.)

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Mentre Emma ti scriveva, hai seguito alla lettera la sua penna, oppure sei stato prepotente e hai fatto di testa tua?
Questa domanda è inutile tanto sapete perfettamente quale sia la risposta. Emma mi ha sempre detto di essere il più indisciplinato fra i suoi personaggi e vado fiero di questa cosa. Nessuno può contenermi, ormai è chiaro a tutti.

Vuoi sposarmi?
Ops. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere prima di perdere i gioielli di famiglia a causa di Paige.

Sai se Emma ha altri progetti nel prossimo futuro?
Lei ha detto che con Smash si chiude la serie ma trovo davvero una cattiveria chiudere proprio ora che ci sono dei dolci frugoletti in arrivo. Chi non è curioso di conoscere queste meraviglie? Sono certo che Emma cambierà idea. Ci parlo io
ahahahahaahah (era la risata di Emma)
Mai dire mai.

Vuoi dire altro?
Ci sarebbe così tanto da dire, ma non potete capire cosa significa scrivere con due donne che ti guardano in cagnesco brandendo attrezzi di vario genere sopra la tua testa per picchiarti al primo passo falso. Posso dirvi che dovete assolutamente leggere Smash perché è pieno di emozioni coinvolgenti e se non lo avete fatto poi correte a leggervi tutto il resto della serie. Dovete assolutamente entrare a far parte di questa strampalata famiglia. Ve ne innamorerete.

Hai il fuoco nelle vene, Aidan… Povera Paige, avrà avuto bisogno dello zabaione… Come ha fatto Emma a tenere a bada il tuo estro? Mi correggo, non l’ha tenuto affatto a bada, sei stato prorompente! Quanto è importante l’erotismo in una relazione? Anzi, nella tua relazione con Paige?
Nessuno si è accorto che Paige è più infuocata di me? Ok, io ho corso il rischio delle palle blu numerose volte ma ricordate bene chi mi è saltata addosso per fare la prima volta l’amore e soprattutto come era vestita. La nostra relazione è stata un crescendo ma c’è stata fin da subito una forte chimica che ci ha unito. Ho sentito una forza che mi attraeva verso di lei anche se non ci avevo scambiato che poche parole poi il fuoco è divampato. Si Emma è diventata pazza a un certo punto poi ci ha lasciato liberi di accoppiarci come meglio credevamo tanto, lo ha ammesso lei per prima, era inutile perché saremmo comunque scoppiati. Quindi non ci siamo per niente trattenuti ma credo proprio che ai lettori non sia dispiaciuto per niente. Come si fa a resistere a un pezzo d’uomo come me? Ahia (Ok, mi è scoppiato il mal di testa quindi la smetto altrimenti queste due mi fanno secco. )

Alla prossima e non perdetevi tutta la Smartness Series!

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Grazie mille ad Aidan, Paige ed Emma. In attesa dei tuoi prossimi libri.

Ps. Menzione d’onore alla chiave inglese protagonista indiscussa dei primi due capitoli della serie. 😀

In cucina con… Chi? Golem Edizioni

Chiacchierando riguardo ai libri letti o da leggere, mi sono resa conto che spesso i protagonisti maschili sono perfetti, o quasi.
Invece io credo che anche un personaggio più “umano” possa fare innamorare i lettori. Ho colto la sfida.
Grazie a Golem Edizioni che ha creduto nella mia storia e nei personaggi. Schiaffandomi su Amazon (in e-book e gratis con Unlimited), nelle librerie on line e nelle librerie fisiche.
Link Amazon
Emozione!

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Con In cucina con… Chi? ho voluto creare un uomo un po’ diverso dal maschio alfa: lui non è sicuro e perfetto, anzi è robusto e umano. Quanto ci ho litigato, durante la stesura, perché ho voluto metterlo alla prova, mostrando ogni sua fragilità e debolezza, affiancandolo però a Ermanno Folchi, un cuoco bellissimo, sbruffone e sicuro di sé.

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Magari sarà difficile farlo emergere tra tutti gli uomini perfetti spesso descritti, ma io credo che anche lui abbia tanto da dire, un grande carisma e non gli manchi nulla per essere considerato perfetto, sotto tutti i punti di vista. Calcolando, ovviamente, che nessuno è perfetto. Nessuno è mai davvero giusto per qualcun altro, siamo tutti incastri sbilencamente combacianti con la persona di cui ci innamoriamo.
Questo personaggio è la mia scommessa.

In realtà, ero molto titubante sulla decisione di scrivere o meno un racconto. Credevo di non sapere neanche da dove cominciare. Tempo fa, una persona mi disse di iniziare dal punto e virgola. Quindi, ci ho provato, perché avevo l’urgenza di parlare di un protagonista diverso, un personaggio come piace a me. Me lo sono costruito a immagine e somiglianza di qualcuno che a me farebbe impazzire, proprio come è successo a Emma.
I limiti, anche fisici, esistono per essere affrontati e superati, non aggirati. Trovando l’equilibrio dentro di noi, stiamo bene anche con gli altri e il cuore può battere liberamente per qualcuno che decida di restare, che non regali assenze, ma immense presenze. Due anime diventano una, pur rimanendo ben distinte e fedeli a loro stesse. Per amore non ci si annulla, per amore si cresce, si scalano le montagne, si soffre, e ci si ricostruisce, ma mai ci si annulla.

“Desidero un uomo: uno sconosciuto, incontrato per caso al lago, che continuo a incrociare per mia volontà. Probabilmente, non sa neanche della mia esistenza. Lui è robusto, senza nemmeno un muscolo o tartarughe arroccate sul corpo, ma è bello più del sole e ha tanta sostanza da sfoggiare. E poi c’è Ermanno, sfacciatamente bello e perfetto; è maleducato, insolente e provocatorio quando siamo vicini, ma durante le sue inspiegabili telefonate serali mi dona la sua anima.” Emma

Sembra che un tipo robusto non possa essere attraente, soprattutto se non incarna l’immaginario del solito maschio alfa, ma Emma, ora, desidera il corpo dello sconosciuto ancor più di quello sfacciatamente perfetto di Ermanno.

“Come posso scegliere, posto il fatto che lo chef, quando siamo vicini, è antipatico e strafottente e non mi considera affatto, mentre lo sconosciuto non mi conosce, altrimenti sarebbe conosciuto e non più sconosciuto?” Emma

In realtà, nel personaggio femminile ho riversato un po’ di me stessa, perché io ho sempre desiderato fare questo mestiere. Per un po’ ci sono riuscita, e avrei davvero voluto incontrare uno come Giordano, il suo nuovo datore di lavoro. Sarebbe stata una gran botta di fortuna! Il disastro capitato a Emma durante il primo capitolo, poverina, è successo davvero a me, mentre mi recavo, e durante, un colloquio di lavoro. Andò bene, ma il mio capo non era proprio come Giordano, purtroppo.

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Intervista a Michelino, protagonista dei romanzi di Ferdinando Salamino.

Oh, eccoci qua! Finalmente ci siamo. Sono passati esattamente quattro anni, dalla mia prima INTERVISTA AL PERSONAGGIO proprio qui, su questo blog, ma ora non nascondo la mia agitazione perché l’ospite di oggi è nientepopodimeno che Michelino, il protagonista della dilogia, che a breve diventerà trilogia, di Ferdinando Salamino.
Il Kamikaze di cellophane (Link amazon)
Il margine della notte (Link amazon)
Tutti editi da Golem Edizioni (sito della CE), hanno delle copertine accattivanti ed evocative.
Si tratta di romanzi noir, quindi capirete bene che un pochino di ansia ci sta. 

Michele si è da subito accalappiato l’attenzione dei lettori, attirando consensi e anche affetto, strano per un personaggio del genere, ma tant’è. Gli hanno addirittura affibbiato un diminutivo come nomignolo. Chissà se l’autore ne ha capito il motivo.

Questa volta, c’è una guest star a condurre l’intervista insieme a me. Si tratta di Valentina Piazza, altra formidabile autrice che già molti conoscono e apprezzano. Qualche giorno fa ho intervistato Gabriel, il protagonista del suo ultimo romanzo (link)

Ma bando alle ciance… si inizia proprio con l’irriverente Valentina, che ha già letto tutti e tre i romanzi, anche quello ancora inedito, e conosce bene sia la storia che Michele.

Vale: Ciao Michele, come vanno le voci? Parlano adesso o stanno in silenzio?
Michelino: Bene. Male. Non so. Ci ho trascorso tre quarti della mia vita, con le voci nella testa. Di solito, mi obbligavano a tagliarmi. Usavo di tutto: vetro, lamette, persino la guardia di una lattina, una volta. Ai demoni di cellophane nascosti nella mia corteccia cerebrale piaceva vedermi sanguinare e io li accontentavo, come si fa con le divinità. Non promettevano vita eterna o altre ricompense, soltanto qualche ora di silenzio.
Avevo trascorso metà della mia esistenza convinto che, se fossi riuscito a mandare via i demoni, sarebbe cambiato tutto.
Quando Elena mi ha lasciato, i demoni se ne sono andati con lei. Niente più voci, né tagli e, sorpresa delle sorprese, mi sento perso, senza di loro. Più solo.

Ascolta, io e qualche altra lettrice ti seguiamo (siamo un po’ le tue groupies, no) quindi a noi lo puoi dire… Quanto è pesante Elena? Non tanto di peso corporeo, quanto morale… Ecco… Diccelo, dai, non lo diciamo a nessuno.
Come peso corporeo Elena è leggerissima. Come peso morale, impossibile giudicare qualcuno a cui è successo tutto ciò che è successo a lei. Mi arrabbio un pochino quando la definiscono una “lagna”, perché se vieni abusata da ragazzina e poi qualcuno ti stermina la famiglia, secondo me, hai diritto al dolore. D’altra parte, se ti volti un po’ intorno, in questi giorni c’è un sacco di gente che dice “chi se ne frega, tanto schiattano solo i vecchi!”.
Ecco, poi se vuoi possiamo parlare delle cose che succedono quando mi arrabbio un pochino.

Hai mai pensato di lasciarla? (la domanda è totalmente disinteressata).
La lascerei soltanto per te.

In caso di risposta affermativa alla precedente domanda: ti vorresti mettere con me? Si-no. Barra la casellina. Se hai risposto negativamente, ignora la domanda.
Sì, vorrei tanto. Divorzi?

Poi, parliamo un po’ di te: cosa volevi fare da piccolo? E adesso che sei grande? Hai sempre sognato di filettare la gente o è stata una rivelazione tardiva?
Da piccolo volevo fare il pediatra. Ti rendi conto? Mi ci vedi, in una stanza con un bambino e tanti oggetti appuntiti? Il problema è che ho un problemino col controllo della rabbia, ma ci sto lavorando. Da grande ho fatto il paziente psichiatrico, il factotum in una palestra, il poliziotto, il detective privato e lo scrittore.
In realtà io ho iniziato filettando me stesso. E’ stata la mia prima specialità. L’idea di farlo con gli altri è arrivata col tempo, quando ho iniziato a capire che in giro c’erano mostri peggiori di me.

Ti lasciamo nel Kamikaze in fuga, e ti ritroviamo poliziotto, vuoi parlarcene? Cioè, perché? Ma perché? (Soprattutto perché ti continui a tenere LA SECCA?! MA WHY???)
Beh, tutti da bambini giochiamo a guardie e ladri, e a volte facciamo le guardie, altre volte i ladri. Siccome da bambino non è che avessi molte occasioni di giocare – un po’ perché ero timido, un po’ perché mio padre era un violento ubriacone e l’ultimo suo pensiero era portarmi al parchetto – ho iniziato a giocarci da grande.
Scherzi a parte, essere un poliziotto mi piaceva. Il mio psichiatra ti direbbe che quelli come me spesso entrano in organizzazioni militari perché hanno bisogno di struttura, di qualcosa che li tenga insieme perché hanno un’anima frammentata. Magari ha ragione. Sarebbe la prima volta.
Sto con Elena aspettando che tu lasci tuo marito e scappi con me, non si era capito?

Hai mai pensato di scrivere un manuale: 1001 modi per usare un rasoio?
In realtà, di modi per usare un rasoio ne ho sempre conosciuto soltanto uno. Poi qualcuno mi ha spiegato che si può usare anche per radersi.

Un pregio e 10 difetti di elenuccia?
Elena sa guardare la propria meschinità senza fuggirne, senza giustificarsi e senza inventare scuse per sentirsi meglio con se stessa. Si guarda allo specchio e vede le cicatrici di ogni singola mostruosità che è avvenuta nella sua storia. Elena non mente mai per sentirsi meglio, né a se stessa, né agli altri. Questo è il suo più grande pregio. Ed è anche l’equivalente di dieci difetti.

E, per finire, come sarebbe un figlio tuo e della secca? (mamma mia, non voglio neanche pensarci…)
Bellissimo come lei, disturbato come me. O disturbato come lei e… vabbè, meglio non pensarci.

Caspita, che storia. Davvero interessante. Siete due folli! Ora, però, tocca a me, soddisfare alcune curiosità che spero siano gradite anche ai tuoi lettori. Intanto ti chiedo perdono, ma ancora non sono riuscita a leggerti, ma a breve rimedierò.

Io: Quando il tuo papà letterario ha posto sul foglio la prima parola della tua storia, avresti mai pensato di fare un cammino così lungo e intenso?
Michelino: Se non mi hai ancora letto nonostante tutte le cose belle che ti dicono di me, può significare solo due cose: o non ti fidi degli altri (e fai bene) o hai paura di me (e fai bene).
A dir la verità, quanto sarebbe stato lungo il cammino, da quella prima parola, non lo sapeva neanche il mio papà.

Il primo titolo, Il kamikaze di cellophane, è molto accattivante e particolare. Cosa significa? Cosa rappresenta per te? Lo ha scelto Ferdinando oppure sei stato tu a soffiarglielo nelle orecchie?
Non ricordo chi lo abbia sussurrato a chi, però ci unisce e parla di me.
Il Kamikaze, il “vento divino”, era un tizio che accettava di schiantarsi contro una portaerei, distruggere se stesso per annientare il nemico. Perché lo faceva? Per amore. Per proteggere qualcosa di più grande, più importante di se stesso. Io sono così.
Il cellophane? Io e papà chiamiamo Cellophane il demone che, ogni tanto, vuole portarci via dal mondo e dalla vita.

Parlaci di Elena e del sentimento che vi lega.
I Kamikaze erano pronti a morire per la patria. Elena è la mia patria. Non so spiegartelo meglio di così.

Chi sei tu, Michelino?
Un bravo ragazzo.
Un divoratore di libri.
Un timido.
Un violento.
Un figlio devoto.
Un assassino.
Un pugile.
Uno psicopatico.
Un poliziotto.
Un paranoico.
Un uomo innamorato.
Scegli tu.

Caspita… tutte belle identità, eh…
Ti senti bene nel nomignolo a cui i lettori ti hanno associato? Sembra più una coccola. Forse, a te, ci si affeziona? È strano, sai?
Con tutte le cose che ho fatto, mi sarei aspettato odio e diffidenza, invece un sacco di persone hanno finito per amarmi. A volte mi chiedo cosa ci sia, in me, che induce chi mi legge a perdonarmi qualunque cosa. L’ho chiesto a mio padre, ma non lo sa neanche lui.

Le ombre… cosa rappresentano?
Luce, da qualche altra parte.

Tanto non ci sente… Mentre Ferdinando ti scriveva, hai seguito esattamente le direttive della sua penna? Oppure sei stato prepotente ed è stato il contrario? Magari tu stesso hai guidato l’autore nel raccontare la tua storia.
Io non faccio mai quello che mi si dice, è uno dei miei problemi. E’ anche il motivo per cui finisco nei guai così spesso. Però non sono un prepotente, ho molti difetti ma non quello di voler imporre la mia volontà. Per chi come me è stato prigioniero tanto a lungo, la libertà è il valore più importante. Non mi sognerei mai di toglierla a qualcuno.

Dicci qualche curiosità su Ferdinando, qualche aneddoto divertente.
Non c’è niente di divertente su Ferdinando. Lui crede di essere uno spasso, in realtà è di una noia mortale. Ma tu non dirglielo, che metti caso poi gli viene voglia di farmi fuori.

È stato facile scriverti? Sei venuto fuori subito oppure hai avuto una gestazione più lunga?
Dieci anni. Tu che dici?

Vuoi dire qualcosa ai tuoi lettori?
Siccome molti lettori mi scrivono dicendo “sai, dopo averti letto mi sono venute un sacco di idee” vorrei soprattutto dire “don’t try this at home”. Lasciate perdere, a vendicarsi si vive male, ve lo dice un esperto.

E a Fedinando?
Papi, adesso basta.

Infine, hai campo libero se vuoi dire qualcosa che ancora non hai avuto modo di dire.
Pensateci bene, prima di leggermi. Magari siete persone a cui piace pensare che esista un confine ben definito tra i buoni e i cattivi, tra i folli e i sani di mente. Se decidete di ascoltare la mia storia, potreste cominciare a dubitare, e il dubbio è una macchia d’olio sul mare piatto.

Grande! L’intervista è finita. Ora conosciamo qualcosa in più su di te, anzi, ti conoscevamo già molto, perché sei un tipino molto seguito, osservato e amato, quindi sembra quasi che tu non abbia più segreti per le tue lettrici, ma non credo sia davvero così. Come tutti, mantieni sicuramente i tuoi segreti che dovremo scoprire da soli man mano.
Ti lasciamo tornare ai tuoi affari e alla tua Elena. Grazie mille di essere stato con noi, soprattutto in modo tranquillino e pacato. 

Pfui! È andata… Tutto a posto!

In molti consigliano la lettura di questi volumi, che sono collegati ma godibili perfettamente in modo singolo. Dei noir d’autore, che catturano le sinapsi e, a quanto pare, avvolgono tra le loro spire e non ti lasciano più andare.

Intervista a Gabriel, protagonista del libro “La scelta dell’angelo” di Valentina Piazza

Emoziooooneeeeee!
Io ho conoscenze alte… ma quando dico alte, intendo proprio alte… ma alte elevate… ma elevate putenti… 
sto parlando nientepopodimenoche…
…di un ARCANGELO. Gabriel, il protagonista del nuovo romanzo “La scelta dell’angelo” di Valentina Piazza. (Link amazon) Un libro che intreccia sapientemente presente e passato, ricostruendo le vicende storiche del nostro passato, come la peste, la carestia, la violenza ai tempi dei nazisti, la conquista… tutte cose che Gabriel e i suoi fratelli hanno dovuto combattere.
Come al solito, Valentina ci fa camminare sul filo che divide, unendo, la realtà dalla fantasia, e i loro fili si intrecciano senza riuscire più a capire dove finisca l’una e dove inizi l’altra. 
Gabriel nasconde un segreto. Come tutti i suoi fratelli, ha attraversato le ere della storia, compiendo una scelta che ha cambiato il suo presente, determinando per lui un nuovo futuro. 

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Ma cosa succede quando Gabriel incontra Lilith?
“Gabriel è pronto a sfidare ogni legge, pur di salvarla. Darà tutto, solo per poterla amare…”

“Il mio amore per te è estremo, nasconde una potente luce che folgora, ma brilla a tal punto da proiettare su di me le ombre eterne della nostra dannazione.” 

Eccolo, emana una luce avvolgente, cioè non posso vederla ma la percepisco, entra dentro di me e mi riscalda. Ed è bellissimo. I suoi occhi sono profondi, da perdersi al loro interno. E sembra potente, dà sicurezza.
Mi tremano un po’ le gambe, lui in silenzio si avvicina a me e mi saluta. Io lo faccio accomodare e inizio subito con la prima domanda.

* Parlami brevemente di te, Gabriel.
Ciao Alessia, è un piacere rivederti. Io sono un medico primario, ma tu già lo sai… Per la precisione un chirurgo pediatrico del Saint Thomas Hospital di Londra. Ho lavorato per Medici Senza Frontiere e ho visto il mondo, ma Londra è quanto di più vicino a una casa io abbia mai avuto.

* Cosa hai sentito, mentre Valentina scriveva il romanzo? Eri come risucchiato dalla forza della sua penna?
Valentina mi ha semplicemente lasciato vivere, devo dire di essere stato prepotente nel voler raccontare la mia storia, non tacevo mai e mi sono riversato sulla pagina. Un comportamento molto poco angelico da parte mia…

* Vuoi dirle qualcosa?
Vorrei dirle grazie e chiederle scusa se sono stato impetuoso nel raccontarmi, ma non potevo farne a meno, so anche che lei lo sa già.

* E Lilith?
La mia Lilith è l’ancora che mi tiene sulla terra, il perno che mi permette di bilanciare il divino e il terreno, è l’amore della mia vita. Se chiudo gli occhi mi sembra di vederla, è sdraiata sul divano e sta leggendo un libro; è bellissima… 

* Mentre Valentina scriveva, quindi, hai detto di non aver seguito le sue idee, ma sei stato prepotente e capriccioso e hai fatto di testa tua?
All’inizio ho obbedito, sono stato calmo e ho seguito l’idea di Valentina fedelmente, ma presto è uscito il mio vero carattere e la rabbia che mi attraversava, unita all’amore che iniziavo a vivere, ha fatto esplodere le emozioni che, a quel punto, sono state difficili da contenere. Allora ho iniziato a essere prepotente, a voler dire e fare.

* Saresti contento se Valentina scrivesse degli altri Arcangeli, i tuoi fratelli?
Mio fratello Michael ha un passato difficile e un avvenire da scrivere, sarei felicissimo se Valentina parlasse di lui, come anche Rafael, il più ponderato fra noi, potrebbe avere dei segreti, nascosti nel suo nobile cuore.

* Cosa si prova a spiegare le ali e a volare? E ad amare?
Volare per me è lasciare che l’angelo viva. Tenere le ali nascoste è difficile, è una punizione; volare è la libertà. Amare, d’altra parte, mi fa sentire umano e la Terra è il posto che io ho scelto; prima amare era impensabile, ma ora è inevitabile, trovare Lilith è stata una fortuna, tenerla con me sarà una sfida. Dopotutto, lei resta umana… ma non voglio pensarci per adesso, voglio vivere il nostro amore. Se verranno dei problemi sono sicuro di poterli affrontare. 

Mentre risponde a questa domanda si alza e spiega le ali. E il mio cuore inizia a correre veloce: è immenso, regale, irreale. Eppure è qui, davanti a me, e io mi sento invadere da un calore e da una sensazione così piacevoli che mi sembra di essere protetta e invincibile.

* Ultima curiosità. Vuoi dire qualcosa ai tuoi lettori?
Ai lettori dico grazie, grazie della fiducia e della compagnia. Già, compagnia, perché se io la offro a voi con un libro da leggere, non vuol dire che voi non la diate a me con la vostra presenza… Grazie di cuore. 
Io credo che questo messaggio arrivi da parte di Valentina che la lascia dire dalla bocca del suo angelo.

Grazie Alessia, è stato davvero un piacere parlare con te, spero che ci rivedremo presto.
Grazie a te, Gabriel, di tutte le emozioni che mi hai fatto provare.

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Bene, Valentina, questa è una cosa che io dico a te, e anche molte altre lettrici te lo impongono, immagino. Ora devi regalarci anche la storia di Michael e di Rafael… Ma in realtà potresti continuare ancora, eh. Vogliamo l’Enciclica… ahahahah! (Link pagina autrice facebook)

Leggendo questo libro io mi  emozionata e ho vissuto alcuni stralci delle epoche passate col fiato sospeso. Gli ingredienti ci sono tutti. Mistero, suspense, amore, avventura e passione. Sì, perché l’angelo, in quanto a passione, non ha nulla da invidiare ad altri. La sua passione è tutta umana. Quindi mescola nel suo animo la sua immortalità di angelo eterno e divino con gli istinti di noi mortali. Mix esplosivo.

Grazie di avermi aperto le porte del Paradiso.   

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Intervista a DANIEL, il PROTAGONISTA del romanzo “Un lupo nel cuore”, di Catia P. Bright

E finalmente riesco a farvi deliziare della quinta intervista fatta al protagonista di un romanzo che ho amato profondamente. Passione, amore, simpatia, ironia e usanze legate al periodo storico si mescolano dando vita a “Un lupo nel cuore” (link amazon), i cui protagonisti sono Lord Daniel Carlington che è erotico anche solo respirando (d’altronde il suo prestavolto è un certo Henry Cavill) e Annabelle buffa e gentile, una rossa tutto pepe dall’irresistibile profumo di vaniglia e cannella. (link pagina facebook del romanzo)

Grazie al tenebroso Lord, per avermi concesso di stare un po’ in sua compagnia! Del tempo è passato dal nostro incontro e chiedo perdono per essermi fatta attendere troppo… E ora siamo in attesa del secondo volume che spero Catia ci regali a breve!

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Invidiooooose, eh? Daniel è davvero tanta roba! Sarebbe bello incontrare anche Ann!

  • Daniel, sei stato un protagonista prepotente? Hai fatto ciò che Catia aveva in mente, oppure hai fatto sentire le tue ragioni nella sua testa e hai vinto contro di lei?

Miss Alessia, io non mi definisco un uomo prepotente, in special modo non potrei mai esserlo con le donne. Ma ammetto di avere un carattere forte, tendo a rubare la scena e sono conscio del fascino che esercito sulle signore. Per come la vedo, non sono stato io a far valere le mie ragioni, è stata Mrs. Catia a lasciarmi le redini del comando.

  • Sei orgoglioso di essere uscito dalla penna di Catia?

Molto orgoglioso. Mi ha reso… umano, e per questo non le sarò mai abbastanza grato.

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  • Ti va di raccontarci qualcosa di lei? Che tipo di scrittrice è? Per esempio, prende appunti non appena le balena un’idea in mente? Utilizza appunti e post-it sparsi da assemblare quando c’è il momento e l’ispirazione giusta, oppure è meticolosa e perfettina?

Mrs. Catia è un’istintiva che si lascia trasportare dall’ispirazione, rifugge ogni metodo ed è l’esatto contrario della perfettina. Di solito non utilizza post-it o appunti sparsi, ma, nel caso di “Un lupo nel cuore”, girava sempre con quaderni e quadernoni dove scrivere interi pezzi di capitoli perché era davvero divorata dal sacro fuoco della scrittura.

  • Parlaci del fatto che lei sia abbastanza eclettica e scrive anche genere horror. Quante altre sorprese ci riserva?

Sono stato il primo a stupirmi di essere uscito dalla sua penna perché non aveva mai scritto qualcosa di romantico prima! Ma forse era inevitabile, prima o poi. Anche se scrive racconti horror e noir, la sua scrittrice preferita è pur sempre Jane Austen ed è molto legata anche al genere fantasy… Insomma, non so quali altre sorprese ci riserva per il futuro, so solo che non metterei limiti alla sua vena creativa.

  • Mentre lei ti scriveva, quale era il suo umore? Era sicura di sé, di te e di ciò che stava narrando? Mentre ti pensava, scarabocchiava, sentiva la musica, oppure era in religioso silenzio? Hai mai provato a sedurla?

Quante domande, Miss Alessia! Parto rispondendo dall’ultima: mi preme precisare che io non sono un libertino o un seduttore incallito. Le molte amanti che ho avuto si erano sempre interessate loro stesse di me per prime e io mi sono limitato a… non deluderle. Perciò la risposta è no. Anche perché, mentre Mrs. Catia narrava la nostra storia, ero molto, molto, molto concentrato su Annabelle e lo sono tutt’ora. Per il resto la nostra autrice ama il silenzio, mentre scrive. Procedeva davvero spedita e sicura di sé e mi sembrava molto felice e piena di energia per questo. Senza dubbio, essendo il suo primo romanzo lungo, sarà stata travolta in modo positivo da una tale ispirazione.

  • Ti va di parlarci un po’ di te, e il fatto che l’autrice ti abbia concepito talmente erotico da esserlo anche rimanendo immobile?

Miss Alessia, se fossi un ragazzino alle prime armi sarei arrossito a questa definizione… Sono lusingato dall’esercitare una simile attrattiva per il gentil sesso, ovviamente. Suppongo che la mia altezza, il fisico prestante, gli occhi verdi e il fatto di avere tutti i capelli al loro posto siano elementi fondamentali per la gradevolezza del mio aspetto esteriore. Per quanto riguarda il carattere, amo sia i momenti di solitudine e riflessione che la compagnia. Ho viaggiato da solo per dieci anni intorno al mondo e conosciuto ogni sorta di persone. Ma ci sono alcuni aspetti di me di cui preferisco non parlare.

  • E… Annabelle, buffa e gentile dall’irresistibile profumo di vaniglia e cannella? E la sua prorompente famiglia?

Oh, Annabelle è così… così… Non trovo le parole, sono rimasto totalmente stregato da lei!  Una creatura così genuina, spontanea, istintiva, generosa e imprevedibile… È diversa da tutte le donne che ho incontrato finora e il suo amore per me è talmente puro e incondizionato da rendermi l’uomo più felice della terra. Temo perfino di non esserne degno. Anzi, di certo non sono degno della fortuna che ho avuto nel conquistare il cuore della mia piccola fata…

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  • Tra le pagine di “Un lupo nel cuore” hai avuto un antagonista di tutto rispetto: Lord Salinger. Cosa ci puoi dire di lui?

Questo argomento mi rattrista molto, Miss Alessia. Io e Gerard abbiamo trascorso tutte le nostre estati insieme dall’infanzia fino ai diciannove anni, prima che io lasciassi l’Inghilterra per intraprendere il mio lungo viaggio. Eravamo amici, dunque, ma purtroppo avemmo un diverbio molto acceso proprio poco prima della mia partenza e questo ha rovinato i nostri rapporti per sempre. Il suo cuore si è indurito, non ha mai superato quei lontani momenti e non ha fatto nulla per sanare quella ferita. Anzi, mi ha giurato guerra da allora e questo ha influenzato tutte le azioni malvagie che ha compiuto nella storia che conoscete.

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  • Invece… tuo padre e il fidato Harris?

Scusatemi per questo, ma non voglio affatto parlarvi di mio padre. Era un uomo crudele, che causò la morte di mia madre e che non merita di essere né ricordato né nominato. Harris, invece, è una figura preziosa nella mia vita. Al servizio della mia famiglia dai tempi di mio nonno, sono praticamente cresciuto sotto il suo sguardo attento e imperturbabile e sono molto legato a lui. Ha questa tendenza fastidiosa a fare da voce della mia coscienza, ma è l’affetto che lo spinge a queste ingerenze e, in fondo, a me fa bene starlo a sentire di tanto in tanto.

  • Il destino è davvero segnato e ineluttabile, oppure si può combattere grazie alla passione e l’amore? L’amore salva? Oppure distrugge inesorabilmente? Ovviamente, per favore, non spoilerare.

L’amore può distruggere e può salvare. Dipende da come lo si accoglie nel proprio cuore e da come lo si vive. E può avere una grande influenza sul destino di chiunque anche se io non ero affatto convinto di questo, prima. Qualcuno mi ha insegnato che cos’è l’amore e qual è il suo potere. Se avete letto la mia storia, sapete cosa intendo.

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foto creata da Valentina Piazza

  • Il romanzo inizia con una lettera che, probabilmente, è la porta che rimane aperta per un possibile sequel, come anche un personaggio secondario che… chissà… Quindi, ci sarà una nuova storia che vede protagonisti te e Annabelle?

Ci sarà. Ho saputo della lettera di cui parlate, ma non posso ancora rivelarvi chi me ne ha fatto cenno e in quale occasione. Posso dirvi che è stata scritta da un mio amico, italiano come voi, che probabilmente è in pericolo e che si sta nascondendo da qualcuno o… qualcosa. Al momento ne ho perso le tracce. Mentre immagino vi riferiate a Peter Crown nominando “un personaggio secondario”. Il ragazzo ha scelto di partire per andare incontro al suo destino. Ammiro il suo coraggio e spero che torni sano e salvo per raccontare a tutti noi, prima o poi, la sua storia.

  • Un’altra domanda arriva prepotente: una piccola anticipazione del prossimo romanzo?

Non so quanto posso dire su questo… Certo, cambiano molte cose. Cambia lo scenario, cambiano i personaggi che ci circondano, cambiano i pericoli in agguato. E cambia anche il mio rapporto con Annabelle, perché, tutto sommato, dobbiamo ancora conoscerci veramente. L’amore che ci unisce, però, rimane. Non potrei più vivere senza…

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  • Che tipo di rapporto ti piacerebbe costruire con i tuoi lettori, Daniel?

Spero di cuore che vadano oltre le apparenze e non si fermino solo al fatto che sono nobile, di bell’aspetto e con una natura segreta. Sono un uomo con pregi e difetti. Spero che vogliano conoscere tutto di me, nel bene e nel male.

  • Catia, invece tu? Tendi a tenere le distanze, oppure assumi un atteggiamento confidenziale con chi ti legge?

 Ciao a tutti! Cominciavo a sentirmi di troppo con tutte queste domande a Lord Carlington… Quali distanze? Sono troppo socievole per mantenerle. Però ci tengo molto alla buona educazione (sembro la mamma di Annabelle), quindi sì alla confidenza senza risultare invadenti.

  • Tra le tue pagine, c’è un chiaro omaggio a Jane Austen, e anche alla letteratura in generale, cosa ne pensi?

Penso che si debba scrivere quello che si ha dentro e Jane Austen ha segnato in modo profondo un periodo della mia vita, mi ha rapita, mi ha fatta sognare e mi ha insegnato molto anche sulla scrittura. Quindi l’omaggio è nato in modo spontaneo, mi è sgorgato dal cuore.

  • Cosa ci puoi raccontare di quel periodo, nella campagna inglese del 1824, e tutti i balli, le feste, le vostre affascinanti vite?

È una domanda per me (Catia) o per Lord Carlington? Per quel che mi riguarda, caspita, qui bisognerebbe fare un trattato di sociologia! Mi limiterò a dire che ogni periodo storico e ogni ambientazione hanno un loro fascino che può essere scoperto attraverso le pagine di un libro (sia scritto all’epoca che da validi autori dei nostri giorni). E poi, se amate un tipo di romanticismo che fa crescere la passione a poco a poco e non segua la regola odierna del “tutto e subito”, sicuramente l’Ottocento fa al caso vostro.

  • Daniel, cosa desideri per il tuo futuro o quello delle prossime creature di Catia? La pubblicazione nel catalogo di qualche casa editrice? Cosa cambierebbe dall’essere self?

Daniel è stato chiamato in disparte dal suo maggiordomo perciò rispondo di nuovo io (Catia). Qui bisogna essere onesti: vedere un proprio titolo esposto fisicamente nelle librerie è sicuramente una di quelle gioie che ogni scrittore spera di provare, prima o poi. Inoltre, avere alle spalle una casa editrice di calibro significa anche qualche chance in più, che so, di essere tradotti, per esempio. Ma il self offre anche tanti vantaggi in fatto di libertà e anche, talvolta, di guadagno diretto, questo ormai si sa.

  • Chi desidereresti interpretasse te, Annabelle e gli altri in una eventuale trasposizione cinematografica? Con quale regista ti piacerebbe lavorare? E la colonna sonora?

Chiedo scusa per la piccola assenza, ho ricevuto un messaggio urgente e ho dovuto dare disposizioni a Harris. Dove eravamo rimasti? Ah, sì, il cinema. Una meraviglia inesistente alla mia epoca… Mi hanno parlato molto bene di questo Henry Cavill, anche lui britannico. Certo è più basso di me e di qualche anno più vecchio, ma il viso è molto somigliante. Trovare un’attrice con tutte le lentiggini di Annabelle, invece, è più difficile, ma quella che in generale le somiglia di più è forse Kaya Scodelario, pur avendo gli occhi di un altro colore. Per Salinger mi suggeriscono Tom Payne. Anche per il regista resterei in patria ci sarebbe Joe Wright, il regista di Pride and Prejudice del 2005… ma se fosse il Guy Ritchie di Sherlock Holmes? Sicuramente darebbe molto brio e ritmo a questa storia in costume fuori dal comune…

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  • Raccontaci le emozioni di Catia nel momento in cui ha pigiato il bottone della pubblicazione…

C’era grande trepidazione! Ma anche una sorta di momento liberatorio, tipo o la va o la spacca, quel ch’è fatto, è fatto, buttiamoci. Tutto sommato, la nostra autrice non aveva nulla da perdere essendo la sua prima prova in questo genere.

  • Perché dovremmo leggerti?

Perché siete romantici, ma non troppo sdolcinati. Perché vi piace quel pizzico di mistero che intriga in una storia. Perché amate un po’ di ritmo nello stile. Perché la campagna inglese dell’Ottocento vi fa sognare. Perché anche l’antagonista è tutto da scoprire… Devo continuare?

  • Infine, la tua cover è bellissima, ti emoziona essere stato racchiuso in quella immagine? Alla fine, a me, sembra che ci sia tutta la tua essenza.

Concordo sul fatto che l’illustratrice si riuscita a cogliere l’essenza del romanzo. Di sicuro ha avuto un certo successo e alcuni lettori hanno scelto il libro anche in base alla cover.

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  • Vuoi fuggire con me? Ahahah, no scusa, non ho resistito… Vuoi porgere una domanda a me?

Miss Alessia, non me ne vogliate, ma il mio cuore è già impegnato, lo sapete. Di certo sono curioso di sapere come mai siete diventata una mia così fervente ammiratrice, quali caratteristiche del mio personaggio avete amato di più?

TUTTO! HO AMATO TUTTO. PRIMO FRA TUTTI IL TUO COMPORTAMENTO. Daniel, mi dispiace averti dato del tu, ma non sono abituata ai vostri tempi storici.

  • Vuoi dire qualcosa che non ti ho chiesto, ma di cui hai piacere a parlare?

Potrei intrattenervi per ore parlandovi di Annabelle, ma non vorrei annoiarvi. Meglio leggere il romanzo e scoprire da voi come mai la amo così tanto.

  • Per concludere, ti lascio campo libero, fai o dimmi qualunque cosa tu voglia.

Per prima cosa vorrei dire grazie per questa lunga chiacchierata e lo spazio che mi avete concesso, Miss Alessia. Credo poi di aver già detto molto. Vorrei lasciare la parola ai lettori. Se tra voi c’è qualcuno che ha già letto le vicende mie e di Annabelle si faccia avanti. Sicuramente Mrs. Catia è in attesa di sapere cosa ne pensate…

E ora in bocca al lupo a tutti i personaggi e a Catia che stanno per lanciarsi in nuove avventure con il secondo volume. Non vedo l’ora!

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Complimenti anche per la tua partecipazione all’evento Gocce di inchiostro rosa (link facebook evento) che si terrà a Verbania il 07 giugno 2020, organizzato da ROSSANA ROXIE LOZZIO. (link facebook blog)

 

Ariel des Anges e il suo autore Giuliano Golfieri sono tornati a trovarmi.

Benvenuti ragazzi, grazie di essere tornati, in effetti, dopo il nostro primo emozionante incontro (ecco il link), che purtroppo abbiamo dovuto interrompere per impegni importanti del nostro Ariel, avevo ancora molte curiosità da chiedervi.

In un momento in cui sembra quasi che ci siano più autori che lettori, dove il self publishing spesso non viene visto di buon occhio, romanzi particolari e un po’ controcorrente che non si uniformano alla massa, fanno la differenza e fanno ritrovare il piacere di leggere… di leggere bella narrativa.

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Ragazzi, sapete quanto vi stimo e quanto ami il vostro romanzo, ma non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo la nostra chiacchierata. Non sto nella pelle.

* Ariel, quando Giuliano ha iniziato a scriverti, già aveva in testa tutta la trama, oppure è andato a istinto? E se aveva già un disegno in mente, voi personaggi gli avete fatto cambiare rotta? E in quel caso, vi ha seguiti, oppure vi ha ignorati e vi ha riportato sui binari stabiliti?
Ariel: Si è limitato a fare un collage di quello che avevo già scritto io, romanzando la mia storia a suo piacimento. L’ho dovuto bacchettare un paio di volte perché stava davvero andando fuori dal seminato.
Giuliano: Alessia, per favore digli qualcosa tu! Mi tratta sempre così… a ogni modo io ascolto sempre molto i miei personaggi, che in genere mi sussurrano nell’orecchio quello che vogliono fare appena mi sveglio (il mattino ha l’oro in bocca, come diceva sempre un “vecchio amico”…)

Nel suo profilo Facebook, Ariel ci parla di lui e della sua versione dei fatti.
Ecco il link.

* Quindi, Ariel… Sei stato un protagonista prepotente? Hai fatto ciò che Giuliano aveva in mente, oppure hai fatto sentire le tue ragioni nella sua testa e hai vinto contro di lui? Hai mai deciso tu in quale personaggio “entrare”?
G: Stavolta rispondo io! Ariel è molto prepotente (non si era capito?). D’altra parte, come biasimarlo, con tutto quello che ha passato! Io mi sono limitato ad ascoltarlo, cercare di capire cosa gli fosse successo e raccontare il tutto in modo che avesse un senso compiuto. C’è voluta pazienza, tanta pazienza…

* Sei orgoglioso di essere uscito dalla penna di Giuliano? Ti va di raccontarci qualcosa di lui? Che tipo di scrittore è? Ad esempio, prende appunti non appena gli balena un’idea in mente? Utilizza foglietti e post-it sparsi da assemblare quando c’è il momento e l’ispirazione giusta, oppure è meticoloso e perfettino?
A: Meticoloso e perfettino a dir poco! Basta guardare quella scellerata “timeline” che ha sviluppato per non perdere il lume della ragione, dice, durante la stesura. Io credo che ogni scrittore nasconda in sé una punta di follia, come forse puoi intuire anche da questa stessa intervista. G. non usa mai foglietti o penna, ha sempre con sé qualche attrezzo digitale per annotare quello che gli viene in mente. E non voglio essere poco delicato, ma credo che le migliori idee gli vengano quando si chiude in bagno… ma non succede così un po’ a tutti, in fondo?
Nonostante la sindrome ossessivo compulsiva che a mio avviso un po’ lo affigge, Giuliano ha un modo di scrivere molto istintivo, sincero e diretto. Questo è senza dubbio uno dei motivi per cui ho deciso di affidargli le mie memorie. Sono stato davvero fortunato a trovare qualcuno in grado di sopportarmi e ascoltarmi, traducendo in qualcosa di compiuto quello che a un orecchio meno aperto all’esoterismo sarebbe sembrato solo il farneticare di un pazzo.

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Ariel… la tua foresta!

* Mentre lui ti scriveva, quale era il suo umore? Era sicuro di sé, di te e di ciò che stava narrando? Mentre ti pensava, scarabocchiava, sentiva la musica, oppure era in religioso silenzio?
A: Giuliano ha una grande passione per la musica rock e non riesce a scrivere senza il giusto sottofondo musicale. Io invece sono un cultore della musica classica, come potrai immaginare. Nelle mie memorie purtroppo se ne parla poco, ma ti assicuro che aver visto suonare dal vivo Mozart e Beethoven crea un certo legame con la maestosità dell’opera.
So che numerose pagine sono state scritte durante i suoi viaggi, ama molto scrivere in treno. In questo siamo simili: anch’io ho scritto buona parte delle mie memorie viaggiando su velieri e carrozze. Trovo sia un ottimo modo per ingannare il tempo.
Mi pareva piuttosto sicuro di quello che man mano scriveva, ha scartato davvero pochissimo dalla prima stesura.
È fortunato Giuliano, ha accanto a sé una donna meravigliosa: la bella Rossana, alla quale è toccato il duro lavoro di revisione del testo. Pensa che dopo ogni piccolo avanzamento quotidiano, come un rito, lei rileggeva a voce alta e correggeva in tempo reale eventuali strafalcioni. Avrà riletto tutto Alter Ego almeno una dozzina di volte, trovando sempre qualcosa da migliorare o sistemare. È una donna davvero attenta e paziente, e sono certo che aiuti molto Giuliano a non perdersi per strada, nella vita così come nella scrittura.

* Che tipo di rapporto ti piacerebbe costruire con i tuoi lettori, Ariel? Credo che ti piaccia averci intorno, io sono amica tua su Facebook, come di Giuliano.
A: La storia di farmi iscrivere a Facebook è stata di Giuliano, pensava fosse una buona trovata pubblicitaria, ma a dire il vero ho poco tempo e interesse da dedicarvi. Poi, come ho già detto, non amo la tecnologia. Ammetto di essere felice quando qualcuno mi contatta attraverso quei canali e mi chiede dettagli e spiegazioni (che spesso non posso dare con precisione) sulla mia vita. Ho attraversato tempi di grande solitudine, ma in questo particolare momento storico apprezzo i molti modi che la gente ha per mettersi in contatto, seppur a enorme distanza. Se pensi che ai tempi di Alter Ego far arrivare una lettera da un altro continente richiedeva mesi e mesi… poi spesso non arrivava a destinazione perché la nave affondava o il “postino” si perdeva per strada. Ora basta premere un tasto e sei ovunque sul pianeta. Non mi sono ancora abituato alla magia di queste nuove tecnologie, nonostante le abbia viste nascere e abbia conosciuto da vicino alcuni dei personaggi chiave che le hanno date alla luce.

Riecco il booktrailer

* Invece tu, Giuliano, tendi a tenere le distanze, oppure assumi un atteggiamento confidenziale con chi ti legge?
G: Sono una persona molto aperta al dialogo e apprezzo sempre il contatto con i lettori. Purtroppo, non ho mai fatto una vera e propria presentazione pubblica di Alter Ego, chissà se Ariel non deciderà di rivelarsi al mondo e affiancarmi quando lancerò il seguito del romanzo. Che ne dici, Ariel?
A: Sei ammattito? Sai bene quali sarebbero le conseguenze di un gesto tanto scellerato. C’è sempre in giro qualcuno che vorrebbe vedermi morto… potrei partecipare tra il pubblico al limite, in incognito. Credo sarebbe divertente.
Grande… dai dai dai! Non vedsrei l’ora di abbracciarlo!

* Cosa desideri per il tuo futuro o quello delle prossime creature di Giuliano? La pubblicazione nel catalogo di qualche casa editrice? Cosa cambierebbe dall’essere self? Puoi dirci se Giuliano ha già progetti per romanzi futuri?
A: Ne abbiamo discusso molto e il mio consiglio iniziale era quello di inviare la mia storia a un editore tradizionale. Però Giuliano è la persona più impaziente che io conosca, mi disse che non avrebbe resistito mesi aspettando delle risposte che non sarebbero probabilmente mai arrivate e optava per quest’altra diavoleria del vostro tempo, il “self publishing”. Roba da far ribaltare Gutemberg nella tomba! Nonostante fossi scettico, proseguimmo per quella strada e mi sono dovuto ricredere dopo aver visto i risultati.
Parallelamente al seguito di Alter Ego, Giuliano sta scrivendo un thriller basato su un vero fatto di cronaca tuttora irrisolto. Ho trovato questa idea molto interessante e lui sostiene che si tratti di un genere che “tira di più” (parole sue) rispetto ad Alter Ego (che irrispettoso, aggiungerei…), forse sarà la volta buona e lo convincerò a mandare quest’opera a un vero editore, chissà!

* Sogniamo. Chi desidereresti ti interpretasse in una eventuale trasposizione cinematografica? Con quale regista ti piacerebbe lavorare? E la colonna sonora?
A: Uno degli attori che apprezzo di più negli ultimi anni è Matthew McConaughey. Mi piacerebbe vederlo alle prese con la mia vita, interpretando la seconda parte delle mie memorie, quelle che ancora non conoscete. Per quel che riguarda la mia giovinezza, gli anni di Patu e Casanova per intenderci, vedrei bene nei miei panni Jamie Campbell Bower, un giovane attore comparso in numerosi film tra cui Harry Potter, Twilight e Sweeney Todd. La prima volta in cui l’ho visto ho notato una intensa somiglianza col mio aspetto dei bei tempi andati.
Patu invece aveva dei tratti quasi esotici, ho ritrovato i suoi occhi distanti tra loro e un po’ strabuzzati nello sguardo penetrante di Rami Malek.
Amo le storie in cui il tempo viene “stirato e compresso”, mi fanno sentire meno solo col mio destino. Interstellar e Inception sono dei veri capolavori in questo senso e il maestro indiscusso del genere a mio avviso è Christopher Nolan. Sarei onorato e felice se raccontasse lui la versione cinematografica della mia curiosa vita.
Per la colonna sonora chi potrebbe essere meglio di Hans Zimmer, capace di tessere atmosfere allo stesso tempo malinconiche, epiche e potenti? Ha già lavorato molto con Nolan, sarebbe il connubio perfetto!
Ti distingui anche in queste scelte!

Riecco Alter Ego in 10 secondi

* Raccontaci le emozioni di Giuliano nel momento in cui ha pigiato il bottone della pubblicazione…
A: Ci sentimmo al telefono quella notte, era in visita da sua madre a Sanremo. Restò sveglio fin quasi all’alba per scrivere la presentazione che avrebbe introdotto il romanzo su Amazon, non l’ha mai modificato da allora credo. Era così felice di poter finalmente condividere col mondo la “nostra creatura”, e anche un po’ spaventato dal giudizio dei lettori. Ma le quasi 150 recensioni positive ricevute ormai lo hanno tranquillizzato, forse.

* Perché dovremmo leggerti?
A: In Alter Ego troverete avventura, azione, amicizia, amore e un pizzico di sensualità. Se poi vi incuriosisce vivere dall’interno alcuni dei momenti che hanno fatto la storia, rendendo realtà quello che avete studiato sui libri di scuola, credo sia il romanzo che fa per voi.

* Io ho divorato anche l’altro libro di Giuliano: Come fosse l’ultima. Ci parli brevemente di questo racconto?
A: So che Giuliano compose il racconto per un concorso, ma chi lo leggeva commentava di vivere lungo la lettura emozioni forti passando dal divertimento, al coinvolgimento, alla commozione. In poche pagine Giuliano aveva colto le sfumature del tragicomico, così cambiò idea e rese pubblica la breve storia. Credo che Jacopo, il protagonista, rappresenti una versione estremizzata dell’autore. L’aneddoto iniziale, per esempio, è accaduto realmente a G. e ancora oggi ne porta i segni in gola. Ha anche le tazze di South Park e di NY descritte nel racconto e ogni mattina è realmente indeciso su quale usare…
Ha sempre avuto un grande interesse verso i fatti dell’11 settembre, negli anni ha guardato tutti i documentari a riguardo (ufficiali e complottisti) e ha parlato con chi vide crollare le torri gemelle con i propri occhi. Io e Giuliano abbiamo parlato a lungo delle varie teorie in circolazione. Ho letto la tua recensione di “Come fosse l’ultima” e so che anche un tuo amico ha rischiato di rimanere coinvolto nei fatti di quella tragica giornata… Giuliano ha una sua personalissima teoria riguardo quanto accadde quel giorno, ma per la narrazione si è voluto attenere rigorosamente ai fatti di cronaca.

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* Ariel, sei consapevole di essere il protagonista di un romanzo particolare, avvincente, diverso dagli altri in circolazione, pazzescamente strano, commovente… Aahahah si capisce che mi sei piaciuto tantissimo? Non ti montare la testa, però. Ancora sto aspettando il mio giro di trasmigrazione! Dai, trasmigri in me???? Me lo avevi promesso!
A: Hai uno spillo?
Ops!

* Giuliano, Ariel, volete dire qualcosa che non vi ho ho chiesto, ma di cui avete piacere di parlare?
G: Io vorrei ringraziarti di cuore, Alessia, per aver supportato questo progetto fin dagli inizi. Sei stata tra le prime a dare fiducia a un autore sconosciuto e a recensire il romanzo con entusiasmo. È grazie a persone splendide come te che gli autori emergenti trovano la forza per continuare a scrivere e cercare di far arrivare a un maggior numero possibile di lettori le proprie folli idee. In molti credono che sia un gioco, ma scrivere bene (o per lo meno, provarci) è un grosso impegno che necessita di tempo e sacrificio. Inoltre, tranne quella ventina di rari fortunati che campano coi propri romanzi in Italia, la scrittura è uno sforzo che si affianca a un “lavoro vero”. È una passione che richiede una quantità di energie che ancora oggi non so bene dove riesca a trovare!
A: Non posso che sottoscrivere quanto appena detto. Grazie Alessia!
Grazie a voi ragazzi, per avermi catapultato nelle vostre avventure, in attesa di leggere le altre!

* Potete fare una domanda a me… anche due: entrambi! 😀
G: Cosa avresti fatto se a un certo punto della tua vita avessi scoperto di avere il potere di Ariel?
Uh mamma mia… Non ne ho idea davvero.

A: Giuliano, dimentichi che, se la teoria di Martin fosse corretta, ora Alessia potrebbe essere stata contagiata dal mio potere… A proposito, io non ho domande da farti, dopo la nostra esperienza utlracorporea di poco fa conosco ogni tuo segreto, Alessia.
E questa cosa… mi terrorizza.

* Per concludere, vi lascio campo libero, fate o dite qualunque cosa voi vogliate.
G: Approfitto di questa occasione per annunciare pubblicamente che Alter Ego è attualmente in fase di traduzione! Tra qualche mese sarà disponibile in inglese, cercherò di far arrivare l’incredibile vita di Ariel anche ai lettori internazionali che amano questo genere un po’ particolare tra il fantastico e lo storico. Il fatto di essere stato per un po’ nelle classifiche fantasy di Amazon al secondo posto dopo Harry Potter dovrebbe aiutare nella promozione 🙂
A: Io vorrei sottolineare l’accuratezza storica dei luoghi e dei personaggi citati in Alter Ego. Nonostante Giuliano abbia scelto di romanzare una storia ai confini con la realtà, ha comunque cercato di attenersi il più possibile ai fatti.
Patu, per esempio, è stato veramente un drammaturgo e grande amico di Giacomo Casanova (che lo nomina spesso nelle sue memorie): https://fr.wikipedia.org/wiki/Claude-Pierre_Patu
E Alfred Fournier, il mio simpatico “antenato baffone”, era un vero medico specializzato in malattie veneree: https://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Alfred_Fournier
Anche l’Arcivescovo Giovanni Maria Benzon è stato dipinto esattamente come era in realtà: https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Maria_Benzon
E così come loro, molti altri personaggi anche secondari sono realmente esistiti. Credo che questo grande lavoro di ricerca aggiunga qualcosa al racconto.
Inoltre, Giuliano ha nascosto qualche “easter egg” nel romanzo e mi ha detto che alcuni lettori li hanno già scoperti. Per tutti gli altri (vale per chi ha già letto Alter Ego), suggerisco per esempio di fare un giro con Google Street View al misterioso indirizzo che Martin mi diede poco prima di premere il grilletto…

Giuliano Golfieri su Amazon: ecco il link!

Ora posso solo augurare ad Ariel, a Giuliano e a tutti i suoi progetti futuri un grande in bocca al lupo, perché se lo meritano.

Grazie di avermi assecondato in questa folle intervista. Spesso cose tipo questa passano un po’ inosservate, ma invece io credo che siano buoni modi di interazione e conoscenza tra autori e lettori, cercando di entrare dentro ai romanzi. E quando un autore è gradevole e disponibile come Giuliano, si percepisce anche dentro ai suoi scritti, che quindi vengono apprezzati dai lettori!

Riecco il primo capitolo (se invece volete leggerlo con gli occhi ecco il link dell’anteprima gratuita in pdf) letto dall’autore:

Provocazioni…

«Sono un disastro», pensa Nora ad alta voce davanti allo specchio, osservando lo scempio che la pioggia incessante aveva combinato su di lei.
«Non è vero», risponde Santiago, che nel frattempo l’aveva raggiunta, guardandola intensamente appoggiato allo stipite della porta. Indossa una camicia bianca sbottonata sul petto con le maniche arrotolate sulle braccia.
«Mi hai spaventato! Ci avevo messo un’ora per fare lisci i capelli. Ora te lo dico, tanto peggio di così».
«A me piacciono i capelli mossi».
«Ecco, appunto».
«Attenta al lupo, Cappuccetto».
«Sei uno stronzo».
«Gentile che sei. Anche io, tesoro, ti voglio bene. Perché sarei stronzo? Che ho fatto, ora?»
«Fotografo, tu non vuoi fare sesso con me». Ma che ho detto? Il cervello non è collegato alla mia bocca?
«Infatti. Chi ti ha detto che io lo voglia? E soprattutto… Perché dovrei volerlo? Anzi, cosa c’entra ora?»
«Ti diverti a mettermi in difficoltà, sai che puoi avere tutte quelle che vuoi. Figurati se proprio una come me riesce a…» ribatte, delusa dalla sua risposta.
Santiago non aspetta che lei finisca di parlare. Senza dire una parola le si avvicina e, guardandola dritta negli occhi, allunga un braccio per aprire l’acqua della doccia, finendo talmente vicino al suo corpo da percepirne il calore. Con l’altra mano inizia a sbottonarle la camicetta, lentamente, accuratamente, sfiorandole di proposito ogni centimetro della pelle sottostante. Con entrambe le mani le sfila l’indumento, facendo in modo di avvicinare le labbra alle sue. Le fa sentire il respiro sulla bocca, mentre con il dito medio inizia lentamente a percorrerle la spina dorsale, dal basso verso l’alto, provocando dei brividi in Nora, la quale però cerca di allontanarlo perché vorrebbe sembrare impassibile e abbassa lo sguardo non riuscendo più a sostenere quello di Santiago.
«Inutile che fingi. Il tuo corpo parla per te», sentenzia l’uomo in un sussurro.
L’esplorazione continua sulla nuca di lei, avvolgendole poi il collo, fino ad arrivare al seno, che supera senza toccare. Poi con l’altra mano le tira su il volto, costringendola a guardarlo, consapevole di metterla in difficoltà.
«Cosa c’è, Cappuccetto? Non sai più respirare? Dovresti, perché è fondamentale. Non sembri più così spavalda. Come mai? Non farò nulla per farti rilassare».
Intanto, le slaccia il bottone dei pantaloni e le infila le mani dietro, per accarezzarle il sedere. Poi l’attira a sé e scivola di nuovo sulla schiena.
«Non iniziare una provocazione, se sai che non riuscirai a portarla a termine. Se tu mi dici che io non voglio davvero fare sesso con te, si presume che invece tu sia pronta a farlo», la informa lasciando la presa.
«Io…»
«Tu cosa? Non sei nella mia testa. Stai tranquilla ora, il lupo va a farsi una doccia fredda nel bagno di sopra. Tu ripulisciti dal fango che hai addosso. Ti aspetto in giardino. Ah, visto che sono uno stronzo, e tu molto coraggiosa a quanto pare, quando tornerai su mi troverai solo con un asciugamano appuntato in vita. Mi devi affrontare così, se non vuoi scappare dalla finestra», spiega Santiago allontanandosi.
«Sei un fottuto bastardo. Esci subito da questo bagno».
«Che poi sarebbe il mio».
Nora afferra la saponetta poggiata sul lavandino e gliela tira con forza, ma lui la schiva uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.

Ariel di “ALTER EGO. Memorie di un viaggiatore ultracorporeo” di Giuliano Golfieri. Dentro al romanzo: parlano i protagonisti, non gli autori.

Sto per fare outing… sono follemente innamorata della penna di Giuliano Golfieri. Quindi, sono onorata ed emozionata di avere la possibilità di intervistare proprio il suo personaggio Ariel Des Anges, direttamente dal romanzo “Alter Ego. Memorie di un viaggiatore ultracorporeo”. (il link amazon al libro!)

Un romanzo geniale, intrigante e avvincente. Un modo alternativo e particolare di ripercorrere le vicissitudini storiche di una determinata epoca… quella della rivoluzione francese. Ma anche del secolo successivo. Giuliano ci permette di rivivere la ricostruzione storica, che di solito studiamo nei testi scolastici, con la suspense degli eventi vissuti in prima persona dal protagonista (amori dannati, viaggi esotici, amicizie importanti, nemici potenti e decapitazioni… d’altronde siamo in piana rivoluzione francese e massoneria), che ce li trasmette in modo forte ed evocativo.

Stavolta sto zitta davanti a un protagonista di tale portata e faccio parlare direttamente lui, che sicuramente saprà dirvi più cose di me. Vi assicuro che è affascinante da morire. E battibecca spesso col suo papà letterario, anche nella pagina facebook dedicata al romanzo.
Ma ora… bando alle ciance: via all’intervista!

* Allora, Ariel, caro viaggiatore ultracorporeo… Ora che sono qui con a te mi sale un pochino l’emozione per la portata del personaggio che mi ritrovo davanti. È difficile che mi manchino le parole, ma… non so spiegare a chi ci leggerà chi tu sia. Puoi raccontarti brevissimamente? Qual è il tuo dono? E per quale motivo tu sei… così? Ti chiami davvero Ariel Des Anges?
A: È un grande piacere conoscerti finalmente di persona, Alessia.
Cominciamo dalla questione più semplice: il mio nome. Chi ha avuto la fortuna di leggere la prima parte delle mie memorie, organizzate e ricostruite con l’aiuto del paziente G. Golfieri (i miei appunti originali, scritti nei secoli in varie lingue e con grafie diverse erano un vero disastro), conosce già la risposta. Per non rovinare la sorpresa a chi non sa ancora nulla della mia storia, diciamo solo che il nome Ariel mi è stato attribuito nel ‘700 da una ragazza francese molto speciale, mentre il cognome da orfano Des Anges è stato scelto da un prete che mi ha accudito come un figlio durante i primi anni di una “nuova vita”. Il mio nome di battesimo l’ho scoperto molto più tardi, grazie a un cervo…
Passiamo al mio “dono”, al mio cosiddetto “potere” (molto spesso lo reputo più che altro una maledizione, a dire il vero): posso trasmigrare nel corpo di altri esseri viventi attraverso un piccolo scambio di sangue, acquisendo i loro ricordi e parte delle capacità intellettuali. In tanti hanno analizzato questo fenomeno… giusto per citare un paio di nomi, Albert Einstein e Nikola Tesla hanno collaborato e sperimentato il potere su loro stessi per trovare una spiegazione scientifica a qualcosa di apparentemente impossibile. Se ci siano riusciti o meno lo scoprirai nel seguito della mia storia, non voglio rovinarti la sorpresa, cara.
Scalpito. Devi sbrigarti a farci leggere altro di te. Comunque questo romanzo è assolutamente autoconclusivo.

Con il booktrailer forse riusciamo a capire meglio:

* Nel 1745, quando iniziamo a leggere la tua storia, eri solo un ragazzo. Quanti anni hai ora, emh… 😀 Ti faccio questa domanda perché so che tu, sei ancora tra di noi, alla tua veneranda età, non ne svelo io il motivo, se vuoi spiegacelo tu.
Quando “entro” in un ospite, il mio corpo così come lo vedi ora cessa temporaneamente di esistere e quindi di invecchiare. Einstein aveva una teoria molto interessante a riguardo, nonostante andasse in contrasto con il postulato di Lavoisier che lui stesso tanto amava: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Questa peculiare caratteristica mi ha consentito di invecchiare con tempi molto più lenti del resto dell’umanità… o meglio di buona parte dell’umanità, come scoprirai leggendo il continuo delle mie memorie. Ho attraversato più o meno illeso svariate ere della storia moderna, dalla metà del 1700 a oggi. Solo per menzionarne alcune, ho vissuto in prima persona (anche se quasi mai nel mio corpo) la rivoluzione francese e le due grandi guerre. Ho conosciuto da vicino, forse anche troppo, personaggi come Hitler e Jack lo Squartatore. Per quel che riguarda la mia età attuale… mi stai osservando in questo momento… quanti anni mi dai?
Non mi interessa saperlo… sei bellissimo…

* È difficile gestire il tuo dono? Quale è la cosa più pesante da gestire?
Senza ombra di dubbio, quello che ha sempre rischiato di farmi impazzire è la mole di ricordi che man mano si sono accumulati dentro di me. Ho provato a fare i conti, credo che la somma temporale del vissuto assorbito durante i miei singolari “viaggi” superi a spanne i tremila anni. Ho dovuto imparare a meditare e soprattutto a “lasciar andare” alcune memorie, un processo complicato che richiede parecchia concentrazione. Per fortuna, a un certo punto della mia vita ho iniziato a trascrivere le esperienze che stavo vivendo nei corpi altrui, in modo da poterle in qualche modo archiviare e cercare di dimenticare. Il segreto per scordarsi qualcosa, in fondo, è trovare una distrazione per smettere di pensarci.

* È importante l’opinione che gli altri hanno di te?
Sono piuttosto schivo nei confronti del mondo che mi circonda, lo sono da molto tempo ormai. Posso affermare di aver imparato a ignorare il giudizio altrui secoli fa. Tra le persone che mi conoscono, coloro che sanno del mio dono si contano sulle dita d’una sola mano. Questo ti rende una persona decisamente fortunata Alessia, non credi?
Sappi che mi stai pian piano uccidendo. Non puoi dirmi queste cose e credere che io possa rimanere impassibile. Ma insomma, Ariel!

* Cosa ha rappresentato Patu, per te?
Claude-Pierre Patu resta ancora oggi una delle amicizie più importanti e care della mia lunghissima vita, nonostante la sua morte risalga ormai a ben 262 anni fa (sì, tengo il conto). È stato il primo a scoprire e sperimentare su sé stesso il mio dono e fu lui a convincermi a trasformarlo in una sorta di lavoro, ma tutto nacque dall’amicizia. Patu è stato più di un fratello per me, resta una delle poche memorie che non potrò mai cancellare dal profondo del mio cuore.

* Hai avuto l’onore di conoscere Casanova. Raccontaci!
Ho conosciuto Giacomo Casanova proprio grazie a Patu. È stato quel pazzo di un veneziano a introdurmi (in maniera decisamente bizzarra) alla massoneria e lanciarmi verso avventure che hanno cambiato il corso della storia. Per un breve ma intenso periodo, insieme a Patu e Giacomo siamo stati un trio inseparabile: tre giovani scapestrati, padroni delle notti più trasgressive di una Parigi settecentesca maleodorante e torbida, dove non mancavano mai avventure di ogni natura…
Grazie all’esperienza vissuta nel suo corpo ho imparato ad amare l’essenza di una donna come solo lui sapeva fare. Fuorviati dal suo atteggiamento libertino, in molti pensano che Casanova non abbia mai amato davvero in vita sua. Tutto il contrario: lui ha amato perdutamente ciascuna delle centinaia di dame che ha conquistato, con una sincerità e un trasporto che molti altri uomini non riusciranno mai a provare in tutta una vita.
Tra le altre cose, mi sono anche preso una coltellata al posto suo, come ben sai.
Una vita, la tua, decisamente folle e avventurosa…

* E nonostante le tue vicissitudini, hai avuto la fortuna di innamorarti. Non credo sia stato facile per voi. Vuoi dirci qualcosa di lei? Violaine!
Invecchiare lentamente è una maledizione che alla lunga ti fa allontanare da tutti e provoca un concreto senso di terrore nei confronti dell’amore. Ho letto di recente il romanzo “Come fermare il tempo” di Matt Haig, e non sai quanto abbia desiderato che il protagonista di quella storia di fantasia fosse reale. Avrei voluto cercarlo e conoscerlo per poter disquisire con lui della nostra similitudine. Te lo consiglio, se hai apprezzato Alter Ego sono certo che ti piacerà!
Tornando agli amori impossibili, ti confesso di aver pensato numerose volte di farla finita e andarmene in silenzio nella mia solitudine. Però, quando ero sul punto di farlo, udivo con chiarezza la voce di Violaine e Patu emergere da un antro nascosto dentro di me. Erano certi che mi attendessero ancora moltissime vite da vivere prima di poterli raggiungere, e che sarebbe stato importante per il resto dell’umanità “restare”. Allora ho continuato a vivere perdendomi nelle vite altrui, l’unica droga in grado di non farmi impazzire del tutto.
Ancora oggi, almeno una volta all’anno, mi reco a Boston, al cimitero sulla Copp’s Hill dove Violaine riposa da tanto tempo. Ho amato altre donne nella mia vita, lo scoprirai, ma con lei è stato diverso e completo. Il fatto di esserci avvicinati e innamorati tempo dopo esserci conosciuti (anche in modo estremamente intimo: è stata la prima donna su cui ho sperimentato il mio potere) ha dato un sapore speciale alla nostra storia. Sono convinto che l’amore si solidifichi meglio quando nasce senza una grossa fiammata iniziale.
Violaine era legata sentimentalmente anche al mio amico Patu e quando lui se n’è andato prematuramente il dolore ci ha uniti in un legame indissolubile.
Tu sei speciale, Ariel. Ho amato molto la vostra storia. E grazie del consiglio: sicuramente lo leggerò.

* Ti faccio un nome; Martin. Tadadadan! Senza spoilerare, puoi dire qualcosa?
Ha rappresentato la mia nemesi durante tutto il ‘700 e ‘800, ma nel ‘900 ho conosciuto “nemici” (e in certi casi amici) più pericolosi e squilibrati di lui. Era certo che io fossi posseduto da un demone, o meglio che io ne fossi l’incarnazione terrena. Non mi ha mai chiamato col mio nome, per lui io ero “Belial”. Mi vide fare qualcosa di terribile (mentre io però ero fuori dal mio controllo) e da quel giorno decise di perseguitarmi e “purificarmi”… quello che accadde lo potete leggere nelle pagine di Alter Ego.
Che pauuuura… anche tanta suspense nel tuo libro… mistero, storia, passione… intrighi, tradimenti.

* Sei stato anche… decapitato. Ups. Come ti sei sentito?
Sono stato decapitato talmente tante volte durante la rivoluzione francese che alla fine era diventato quasi un passatempo. Innanzitutto posso svelarti che “perdere la testa” non provoca alcun dolore, a meno che non accadano contrattempi. Durante la mia prima decapitazione nel corpo di Luigi XVI, per l’appunto, proprio a causa di Martin ho sofferto moltissimo.
Disgraziato Martin. Voleva farti soffrire. Bene, io passo il tempo in giro per i negozi, tu… facendoti decapitare! 😀

* Puoi ricordarci il periodo storico in cui è ambientato Alter Ego, dall’inizio alla fine? Un secolo di storia, se non mi sbaglio. Che vicende hai potuto vedere da vicino? Il nuovo capitolo da dove inizierà? Non vedo l’ora che venga pubblicato!
Le memorie raccontate nella prima parte di Alter Ego vanno dal 1745 (nonostante ci sia anche un flashback in un periodo precedente) al 1888. In questo lasso di tempo l’evento storico principale a cui ho preso parte nel corpo di molti personaggi illustri è senza dubbio la rivoluzione francese. Per dirla tutta, oserei affermare che il mio contributo l’ha innescata.
Ho perso un lungo pezzo di storia a causa di una “trasmigrazione a cascata” in oriente finita male. Per molto tempo non ho avuto alcuna memoria di quello che mi è accaduto tra il 1804 e il 1888. Nella seconda parte del racconto, tra le altre cose, mi vedrete impegnato nelle indagini che porteranno alla soluzione di questo mistero. Trascorrerete con me un po’ di tempo in Giappone, alla ricerca di chi o cosa mi abbia rubato un enorme pezzo di vita.
Il nuovo capitolo, però, inizierà tra le sanguinose strade di Londra dei primi del ‘900.

Alter Ego in 20 secondi:

Ipnotico 😀

* Questa è una domanda per Giuliano, invece, che è qui insieme a noi. Una storia lineare da leggere, ma che secondo me cela diversi trabocchetti per un autore, che si sarebbe potuto perdere. Invece tu sei andato dritto alla meta. Hai dipanato tutti i fili, costruendo (o ricostruendo) in maniera accurata tutti i personaggi, sia reali che di fantasia, e le loro peculiarità, trattando diversi temi: dall’amore, al sesso, alla storia, all’esoterismo… come hai fatto?
Giuliano: Il mio più grande segreto per uscire sano di mente dalla stesura di Alter Ego si cela in questa mastodontica e complessa timeline (originariamente realizzata in Excel, con tanto di formule). Ecco il link della timeline: https://www.alteregostory.net/timeline.
Inoltre, è stato fondamentale il contributo di Ariel per cercare di rimettere insieme così tanti anni di avventure, che lui stesso aveva sparso in maniera disastrosa tra appunti presi sui supporti più disparati.
Ariel: Già, nottate intere trascorse davanti a boccali di birra ambrata e antiche pergamene!
Giuliano: I temi che trovi in Alter Ego sono quelli che mi hanno sempre appassionato e circondato nel corso della vita, come ad esempio l’esoterismo. Mio padre è uno che spendeva ore e ore chiuso nel suo studio a cercare di “registrare i fantasmi” su un vecchio registratore a bobine, seguendo le orme del mitico professor Konstantin Raudive, l’inventore della psicofonia… e ti assicuro che talvolta ci è anche riuscito…
Che grande, tuo padre.
E, comunque, sei stato davvero rispettoso di noi lettori. Non hai lasciato nulla al caso.

* Ariel, so che ti inalbererai un attimo ora, ma… Giuliano ha studiato tanto per scrivere le tue vicende, vero? Quanto tempo ha impiegato a scriverti? Non è facile fare un tale viaggio passando attraverso le pagine della nostra storia in una maniera così accurata e sapiente. Vuoi fargli un complimento anche tu, per una volta? D’altronde, senza la sua penna tu non esisteresti.
Ariel: Sono occorsi più di due anni e mezzo al mio biografo per dare un senso compiuto a quello che potete leggere in quel concentrato di memorie. Io mi sarei dilungato di più su diversi aspetti, ma lui sosteneva che sia forum sia gruppi social di scrittori consiglino a chi è alle prime armi di stare entro le 300 pagine, per non scoraggiare il pubblico, così tante sfumature purtroppo si sono un po’ perse a mio avviso.
Se devo fare un complimento a G., direi senza dubbio che ha il dono della sintesi. Ah, e che sa usare molto bene tutti quei marchingegni elettronici che io non amo molto. Nonostante le mie esperienze nel mondo moderno, nel profondo sono rimasto un uomo di altri tempi.
Giuliano: Mai una gioia con Ariel, mai una gioia…
Eh… dai, lasciagli fare la star, Giuliano. Si renderà conto dopo che il suo papino letterario è in gamba!

* Ogni tanto, nella storia sono entrati in scena mistero, suspense e intrigo… i cattivi, insomma. Hai avuto paura, Ariel?
Moltissima, e credo si capisca bene nelle pagine più buie del racconto. In fin dei conti a quel tempo ero solo un ragazzotto ingenuo che non sapeva bene quali fossero le sue origini. Trovarmi a stretto contatto con l’orrore e la morte mi ha costretto a crescere molto più in fretta di quanto avessi desiderato. Poi ho cominciato a intuire il senso della vita e della morte stessa e sono cambiate parecchie cose in me. Come già accennato, i momenti di terrore trascorsi nella prima parte di Alter Ego sono ben inferiori a quello che ho vissuto durante le guerre, nel secolo che si è concluso da ormai quasi vent’anni.

*Ariel, ascolta…
Scusami se ti interrompo, gentile Alessia, ma purtroppo devo scappare, il dovere mi chiama. La tua compagnia è stata talmente piacevole che non mi sono accorto del tempo che passava.
Mannaggia, avevo tante altre cose da chiederti.
Ti prometto che tornerò per continuare a soddisfare tutta la tua curiosità.
Va bene, intanto ti ringrazio per questa bellissima giornata trascorsa insieme. A presto!

E, nel frattempo, noi ci sentiamo il primo capitolo, letto da Giuliano!

Potrei continuare a sbuffare tutto il giorno…

Torna. Ti prego, torna da me.
Manchi. Manchi da spezzare il fiato.
Nessuno riuscirà mai a offuscarti nella mia mente e nel mio cuore, quindi forse è meglio se non torni. Sai, mi annoio, sono sicura che, se non ci stessi attenta, potrei continuare a sbuffare tutto il giorno e tutta la notte. Non posso parlarti, non posso dirti apertamente i miei pensieri né confessarti i desideri più profondi. Vivo con una costante malinconia cucita addosso che, oramai, è la mia normalità. Ho deciso di scriverti delle lettere, che mai leggerai, per togliermi questa maledizione di dosso che mi condannerà per la vita. Non riesco a smettere di scrivere, sto riversando il mio male su questo foglio, anche se ho paura che possa scoprire parti di me che neanche conosco. Forse, vomitando dalla penna lettere, parole e frasi, come un fiume in piena, riuscirò a spazzare via il mio malessere. Tanto non mi serve parlare, se i tuoi occhi fossero davanti ai miei basterebbe un soffio… loro ti parlerebbero di me, di noi.


Grazie Pasquale Capotosto per la bellissima elaborazione grafica del mio occhietto.

Paul di “Ricatto proibito” di Catherine BC. Dentro al romanzo: parlano i protagonisti, non gli autori.

Che onore, ed emozione, è avere con me, oggi, Paul di Ricatto proibito, romanzo che fa parte della Forbidden trilogy di Catherine BC (Pagina autrice Amazon).

Lui, il “demonio” in persona ha accettato di rispondere alle mie domande, certo, se accettasse anche un appuntamento… ma in quel caso dovrei vedermela con Elisabeth…

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Ho letto tutta la trilogia, mi sono appassionata a tutti i protagonisti e ai personaggi: Stephen, Paul e Jett, come anche alle donne che gli gravitano intorno. Le vicende sono appassionanti e la scrittura dell’autrice avvolgente e burrosa. Dopo averli letti, mi sono dovuta rifugiare sopra un ghiacciaio tibetano per sbollire…

Ps. Dovrei dire a Catherine di salutarmi una certa fontana!

E ora, posso iniziare la nostra intervista, mi tramano un po’ le mani, vista la portata del personaggio.

* A: Ciao Paul, innanzitutto posso confessarti in un orecchio che tu sei il mio preferito? Sarà per una questione anagrafica, ma sei fantastico. Inizio chiedendoti se sei stato un protagonista prepotente: hai fatto ciò che Catherine aveva in mente, oppure hai fatto sentire le tue ragioni nella sua testa e hai vinto contro di lei?

Paul: Ciao stella! Sono stato fin da subito un protagonista sopra le righe, un uomo che non si fermava a riflettere troppo ma che, sia in affari che in amore, agiva d’impulso. Mi ha sempre detto bene, almeno fino a un certo punto. Catherine ha faticato con me, ma penso sia solo colpa sua. All’inizio le serviva solo un antagonista un po’ bastardo e io sono arrivato al momento giusto, tanto che mi ha chiamato come un suo ex o pseudo tale… roba vecchia comunque. Quindi tutta la rabbia che ancora sentiva verso sto qui ha concorso alla mia creazione, ma sono venuto bene, no?

Uhhh, che altarino golosetto ho scoperto. Ti ha creato bastardo davvero, ma irresistibile… Sappi che se mi chiami di nuovo stella, non rispondodi me! 

* Quindi… Catherine quando ha iniziato a scrivere la Forbidden trilogy, già aveva in testa tutta la trama, oppure è andata a istinto? E se aveva già un disegno in mente, voi personaggi le avete fatto cambiare rotta? E in quel caso, vi ha seguiti, oppure vi ha fatto la linguaccia e vi ha riportato sui binari stabiliti? Come ha fatto a fare combaciare tutti i tasselli?

Catherine non aveva idea di quello che sarebbe nato quando ha scritto il primo capitolo della Forbidden Trilogy! Aveva solo fatto un bel sogno hot e l’aveva scritto in fretta per paura di dimenticarlo. Dopo l’ha stuzzicata l’idea di continuare con la storia e piano piano siamo apparsi un po’ tutti, prima Jett ed Elisabeth, poi io, che ho rotto un po’ le palle, diciamolo. Era il mio ruolo, quello per cui ero stato concepito. Come poi abbia fatto a far combaciare tre vicende diverse piene di personaggi e intrighi, passioni brucianti e colpi di scena ancora non lo so. Credo che anche lei se lo stia ancora chiedendo.

Davvero in gamba! C’è riuscita benissimo. Alla faccia del sogno Hot! Ps. mi piace come rompi le palle tu!

* Sei orgoglioso di essere uscito dalla penna di Catherine? Ti va di raccontarci qualcosa di lei? Che tipo di scrittrice è? Ad esempio, prende appunti non appena gli balena un’idea in mente? Utilizza appunti e post it sparsi da assemblare quando c’è il momento e l’ispirazione giusta, oppure è meticolosa e perfettina? Mentre lei scrive, qual è il suo umore? È sicura di sé e di ciò che narra? Mentre vi pensa, scarabocchia, sente la musica, oppure è in religioso silenzio?

Se ci pensi bene, alla fine Catherine, volente o nolente, ha fatto di me il fulcro di tutta la trilogia. Il mio è il secondo romanzo, ma a me sono riconducibili tutti o quasi i protagonisti dei tre romanzi per diverse vicende. Il mio cambiamento trasformerà ogni cosa in altro, dando vita alla parte positiva di tutta la vicenda. Catherine è complicata: sembra severa e diretta, ma in realtà è pure peggio. Può non parlare di una persona o un fatto per anni, ma non dimentica una virgola. Sai, è abbastanza organizzata: si fa una scaletta di massima che poi cambia spesso strada facendo e prende appunti ovunque, anche sulle verifiche dei suoi alunni ( a matita eh, poi cancella). Quando scrive è concentratissima o tenta di esserlo in quella bolgia infernale che chiama casa dove avere il silenzio è così raro che, quando capita, credo se lo goda tutto.

* Hai mai provato a sedurla?

No, ma quando mai! Forse qualche volta, ma non è colpa mia, è lei che mi descrive così!

Peccato, poverina! ahahah

* Ti va di parlarci un po’ di te, e il fatto che l’autrice ti abbia concepito con un’età diversa rispetto agli altri protagonisti della trilogia? Io ti adoro… Forse proprio per una questione di anagrafe, ma pensi che questo, invece, in generale, ti abbia un po’ penalizzato?

No, non penso. In mezzo a tanti ragazzetti c’era bisogno di un uomo vero! Scherzi a parte, io rappresento il concetto dell’amore senza età, della passione senza confini, sono intrigante e contraddittorio come la vita stessa. Non mi illudo che ci siano solo rose e fiori perché dalle spine sono già passato, ma so che ci può essere dell’altro se vi apriamo la mente e soprattutto il cuore.

E comunque sei un uomo aitante e forte! Sei perfetto.

* Senza spoilerare, cosa ci dici di Lizzie? Hai trovato pane per i tuoi denti, con lei.

Penso che Lizzie sia favolosa! Non è per tutti, non basta qualche parolina dolce al momento giusto con lei! E’ una donna forte e complicata, ma capace di slanci appassionati in ogni campo, sia negli affetti che nel suo lavoro. Si entusiasma e ci mette anima e corpo in tutto quello che fa, difende le sue idee e ribadisce di continuo la sua indipendenza. Poco importa la forma per me, basta che poi sia mia. Come stanno tra noi le cose agli altri non deve interessare.

* Odio e amore… sono due facce della stessa medaglia?

Penso proprio di sì. Sono entrambi sentimenti forti che motivano azioni che mai avremmo preventivato. Spesso il loro confine è labile, come è successo tra me e Lizzie. L’eccitazione, il rischio, il gusto del proibito, la consapevolezza di avere tutti contro, il sapere di andare contro ogni logica è stato terribilmente sexy.

* Il destino è davvero segnato e ineluttabile, oppure si può combatterlo grazie alla passione e l’amore?

Credo che molto dipenda da noi. Se io e Lizzie ci fossimo fermati ai primi ostacoli ora io sarei probabilmente solo, pagherei una donna ogni tanto e mi lascerei annegare in qualcosa di meno salutare per il resto del tempo.

* L’amore ha diverse forme, vero? Ce lo dimostra proprio questo libro.

L’amore è una delle forze più potenti del mondo. Non si piega, non si calcola e non si sceglie, ma ti sfonda la porta di casa a spallate e ti porta da chi vuole. Così è stato per Stephen, che ha preso la testardaggine da me, così ho fatto io con Lizzie, la mia strega adorata e in ugual modo ha fatto Jett, andando contro un destino che sembrava volerlo beffare.

* Che tipo di rapporto ti piacerebbe costruire con i tuoi lettori, Paul?

Beh, già averne è qualcosa di positivo. Vorrei poterli spiazzare e suscitare in loro una vasta gamma di emozioni, dalla rabbia, alla sorpresa, all’empatia. Se un personaggio trasmette emozioni vuol dire che è ben riuscito, no?

* Catherine, grazie di essere con noi. Non ti sei fidata a lasciarmi sola con lui… Visto che ci sei ti domano: tendi a tenere le distanze, oppure assumi un atteggiamento confidenziale con chi ti legge?

Catherine: A me piace avere un filo diretto con i lettori. Sono loro che fanno la fortuna o meno di un romanzo e che vivono in prima linea le vicende che esso racconta. Parlare loro direttamente dà sempre tanta soddisfazione e fa capire anche dove porre rimedio.

* Paul, cosa desideri per il tuo futuro o quello delle prossime creature di Catherine? La pubblicazione nel catalogo di qualche casa editrice? Cosa cambierebbe dall’essere self? Lei ha provato entrambe le modalità…

La risposta politicamente corretta vorrebbe che dicessi che sia il self che la CE hanno pro e contro e che il tutto va da caso a caso, ma non ne ho intenzione. Self tutta la vita. Una scelta diversa andrebbe solo a favore di un grosso nome, sennò non conviene.

Ma noi non vogliamo la risposta politicamente corretta, vogliamo quella reale!

* Chi desidereresti interpretasse te, Stephen e Jett, in una eventuale trasposizione cinematografica? Con quale regista ti piacerebbe lavorare? E la colonna sonora?

Ormai nella fantasia di Catherine i prestavolto sono stabiliti da tempo: Colton Haynes per Stephen, Gabriel Aubry per me e Henry Cavill per Jett. Se deve sognare, tanto vale che lo faccia alla grande!!

E direi che sono perfetti!

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* Raccontaci le emozioni di Catherine nel momento in cui, ogni volta, pigia il bottone della pubblicazione…

Sono sempre le stesse della prima volta: paura di non essere all’altezza mista a orgoglio per aver creato qualcosa che magari possa far sognare chi legge.

* Perché dovremmo leggerti?

Per leggere una storia diversa dal solito, ma non priva di emozioni forti e colpi di scena. Con me non ci annoia mai!

* Ti prego, RICATTA ANCHE ME? Ahahah, no scusa, torno seria… Vuoi porgere una domanda a me?

Che cosa ti ha intrigato di più in me? Il capello biondo, lo sguardo magnetico, la sfacciataggine che ho in comune con Stephen o la dolcezza ben nascosta che condivido con Jett?

In realtà io amo da morire i mori, ma tu… sei fuori da ogni schema e da ogni morale. I due ragazzi, Stef e Jett, sono fantastici, ma tu… sei imbarazzante, emozionante, magnetico. Un demonio. Non posso dire altro, altrimenti spoilerei.

* Sai dirci qualcosa della collaborazione tra la tua autrice e Emma Altieri con Scars e il suo prossimo seguito?

Ah quelle due non sono capaci di stare ferme! Sempre in movimento, sempre in viaggio e sempre al telefono! Parlano, parlano, ma spesso concludono pure! Hanno già in lavorazione Wounds-African scars, una sorta di seguito della storia di Samuel e Lois (Scars, appunto) e hanno pubblicato una sorpresa per Natale! Di più non posso dire 🙂 altrimenti Catherine punta ai miei gioielli per vendicarsi e sarebbe veramente un peccato 😊

Ecco, io Lovin Xmas, la raccolta di racconti per natale l’ho letta! brave! ed è stato bello anche ritrovare i vostri protagonisti in due delle storie! E ho amato Scars!

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* Senza ingelosirti, l’ultima pubblicazione di Catherine è A marriage case, puoi accennarci qualcosa? E degli altri suoi protagonisti? E circa i progetti futuri?

Catherine ha scritto questa storia realmente accaduta mantenendo un filo diretto con i protagonisti e a Nancy soprattutto io sono molto legato. E’ stata lei a creare il book trailer di Ricatto proibito che è nato infatti a Los Angeles, tra le colline di Beverly Hills. Per quanto riguarda i progetti futuri di Catherine so che, oltre a Wounds, ha in programma anche un romance molto hot, Spicy, una storia d’amore tra cuochi stellati.

Ovviamente, ho letto anche A marriage case.

* Per concludere, ti lascio campo libero, fai o dimmi qualunque cosa tu voglia.

Io devo ringraziarti. Sei una delle poche che non ha ceduto al fascino acerbo di Stephen, né ai muscoli di Jett e che ha sempre manifestato una certa preferenza per me. Buongustaia!! Grazie anche per questa bella intervista. A presto… sei stata contenta che a Natale… sono tornato a trovarti? 😉

Speravo mi rapissi… Sai, tu racchiudi il fascino e la forza di entrambi quei ragazzoni! Loro sono più giovani… tu sei più esperto e sapiente! E sì, sono contentissima della tua incursione natalizia.

In bocca al lupo a te, e agli altri protagonisti passati e futuri di Catherine!

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Kostia di “PICCOLOGRANDEAMORE” di Kateryna Strigo. Dentro al romanzo: parlano i protagonisti, non gli autori.

Ci sono romanzi di cui non ti liberi…
Dopo PICCOLOGRANDEAMORE (link amazon), per un po’, è davvero difficile leggere altro. KATIA e KOSTIA… loro sì, che sono un terremoto in testa! Come tutti gli altri personaggi.
Una passione, un patto, gli inganni, una verginità da inventare, un bambino da comprare, ma… un altro patto ancora più diabolico e… una BOCCA DA BACIARE. Illegale Compagno K!
Menzione d’onore per il piccolo Grisha; per Loubou e Tin. 😎
Intanto io imparo il russo e… in attesa di Anton, ho preso un astore.

Benvenuto, Kostia. Iniziamo!

A: Sei stato un protagonista prepotente? Hai fatto ciò che Kateryna aveva in mente, oppure hai fatto sentire le tue ragioni nella sua testa e hai vinto contro di lei?

Kostia: Dobryy vecher Alessia. Sono molto felice di fare la tua conoscenza. Kateryna mi ha parlato di te definendoti una paladina della penna dal tratto rosa. Perdona le mie imprecisioni nel risponderti. Parlo abbastanza bene l’italiano, ma non quanto vorrei. Prepotente io? Non direi proprio. Diciamo che Kateryna aveva le sue idee e io le mie e il compromesso è stato il giusto risultato. Effettivamente aveva delineato per me un futuro differente e spigolature del carattere che non mi appartenevano. Poi lavorando insieme sono emerso per quello che sono.

Credimi che… io son ancora più felice di te… caspita, dal vivo sei perfettamente come ti avevo immaginato. Sono un po’ in imbarazzo, perdonami!

* Quindi… Quando Kateryna ha iniziato a scriverti, già aveva in testa tutta la trama, oppure è andata a istinto? E se aveva già un disegno in mente, voi personaggi le avete fatto cambiare rotta? E in quel caso, vi ha seguiti, oppure vi ha fatto la linguaccia e vi ha riportato sui binari stabiliti?

Domanda interessante cara Alessia. Kateryna quando ha iniziato a scrivere di me e di Katia, non aveva altro che un foglio bianco diviso a metà sul quale aveva scritto semplicemente i nostri nomi e cognomi: Katia Volpato e Konstantin Kotov. Ti confido una piccola indiscrezione. La scelta del mio cognome non è un caso. A Kateryna piacciono molto gli animali e soprattutto ama i gatti. Per questo motivo io chiamo il mio amore Gattina e il mio cognome che in russo significa gatto (Kot). Molti cognomi russi, come Volkov (lupo) guarda il caso essere il cognome di Anton e Mednev (orso) derivano da nomi di animali. La trama del libro iniziale è stata completamente stravolta e la sua mano è stata guidata dai personaggi che lei stessa stava creando. Altra indiscrezione… alla prima telefonata io e Katia avremmo dovuto giocare una specie di partita a battaglia navale, in cui io o lei, affondando navi avremmo dovuto esporci su qualcosa di eroticamente intrigante. Il punto era che a me giocare a battaglia navale non piaceva. Per cui è rimasto nel romanzo il concetto di voler giocare tra me e gattina, ma su di un altro piano. In quell’occasione fui abile a convincerla e la battaglia navale fu accantonata. Di una cosa sono certo, neppure a metà della storia aveva già scritto quello che sarebbe stato l’ultimo capitolo e so per certo che anche questa volta lo ha fatto. Bizzarro in effetti questo suo comportamento, ma non me lo ha fatto leggere ancora per non rovinarmi la sorpresa. Mi ha detto solo di fidarmi e che se lo avessi saputo in anticipo, non sarei risultato credibile nel mentre e credo abbia una sua logica strategica questo discorso, per cui non posso dire altro.

Mannaggia, Kostia, puoi dirle di sbrigarsi? Non resisto devo sapere cosa combinate…

* Sei orgoglioso di essere uscito dalla penna di Kateryna? Ti va di raccontarci qualcosa di lei? Che tipo di scrittrice è? Ad esempio, prende appunti non appena gli balena un’idea in mente? Utilizza appunti e post it sparsi da assemblare quando c’è il momento e l’ispirazione giusta, oppure è meticolosa e perfettina?

Kateryna è istinto, cuore e anima. Per questo mi piace. Se fosse stata meticolosa e perfettina, non avrebbe consentito a me di venire allo scoperto. Scrive ovunque e su qualsiasi superficie e quando dico qualsiasi intendo tutte. Una volta, era in treno, le balenò in testa la frase “una bocca da baciare” e per paura di dimenticarla, trovando solo la penna se la scrisse sulla pelle dell’avanbraccio dove rimase per lungo tempo. Temevo l’avrebbe tatuata. Altre volte invece registra messaggi vocali con il suo telefonino e li spedisce al cellulare della madre intimandole di non cancellarli. Poi una volta al computer li cristallizza su carta. Si arrabbia molto quando le viene in mente qualcosa di importante e poi le sfugge. Una furia. Che carattere! Come la mia Gattina.

* Mentre lei ti scriveva, quale era il suo umore? Era sicura di sé, di te e di ciò che stava narrando? Mentre ti pensava, scarabocchiava, sentiva la musica, oppure era in religioso silenzio? Hai mai provato a sedurla?

Nella mente di Kateryna il silenzio non esiste e la musica, la nostra musica, le è indispensabile per viaggiare con la mente per cui quando scrive ha sempre le cuffie alle orecchie. Per fortuna i nostri gusti musicali coincidono. Se amasse il genere metal come piace ad Anton penso me ne sarei andato dai suoi pensieri. È un genere di musica che non consente pensieri gentili e non favorisce certamente la concentrazione. Quanto a sedurla… “io non seduco, io prendo”. Anton è il seduttore seriale, almeno fino a che non ho incontrato Katia. Ma la risposta corretta è che… è stata lei a sedurre me e questo è il secondo motivo per la quale sono venuto allo scoperto mostrando la mia vera indole.

Mamma mia Kostia… sei perfetto… Come si fa a resisterti. Diciamo che io mi sono innamorata follemente sia di te che di Anton! ahahah

* Ti va di parlarci un po’ di te, e il fatto che l’autrice ti abbia concepito talmente erotico da esserlo anche semplicemente respirando e rimanere nella testa delle lettrici per molto, molto tempo?

Tu mi lusinghi, mia dolce Alessia. Nella vita ho avuto molte femmine. Le femmine mi piacciono molto. Le ho rispettate tutte. Si tratta di “creature creatrici” e come tali non posso fare altro che chinare il capo davanti alla loro natura. Ma quando ho conosciuto Katia, il concetto di femmina si è elevato a quello di Donna e l’erotismo che mi attribuisci è solo l’effetto riflesso dell’amore che provo per lei. Certo… anni di pratica sul campo non hanno guastato… concedimelo.

Fortunata Katia. Ma anche lei è una grande donna: siete fortunati entrambi!

* Katia! Senza spoilerare, parlaci di lei e di come vi siete conosciuti. Io l’ho adorata.

Anche io l’adoro, mia dolce Alessia. Lei è la mia donna. L’unica. Forte, determinata, intraprendente e per nulla arrendevole. Mi piacciono le donne che non si arrendono. La trovo divertente e riesce sempre a trovare le parole giuste per farmi stare bene. Ci siamo conosciuti una fredda notte d’inverno nel corso di una telefonata che ho fatto ad una Hot Line per fare un favore al mio amico Anton. La sua voce e il suo accento italiano, unita alle cose che mi diceva, mi hanno catturato l’immaginario e da qeal momento non ho più potuto non pensare a lei.

* Tra le pagine di “PICCOLOGRANDEAMORE” hai avuto un amico di tutto rispetto: Anton. Cosa ci puoi dire di lui? Cos’è per te l’amicizia?

Anton non è solo un amico, lui è un Brath per me, un fratello. Ci siamo conosciuti sul campo di battaglia e gli devo la vita. Guerra di Cecenia. Ero rimasto ferito. Ero impossibilitato a muovermi e non ero in grado di mettermi al riparo dai colpi esplosi. Il resto del commando si era già ritirato, ma lui mi recuperò e mi trascino sulle spalle per sei chilometri sostenendo quasi totalmente il mio peso. Nessuno saprebbe di me e Katia se non fosse stato per il suo eroismo. Anton è un amico leale e sincero e vale tutto. Cito Aristotele. “L’antidoto contro cinquanta nemici è un amico.”

Voi siete Amicizia con la A maiuscola! Non vedo l’ora di conoscerlo meglio nel prossimo romanzo! Intanto io ho preso un allevamento di astori! 😀

* Invece… tuo padre?

Mi perdonerai dolce Alessia, ma non amo parlare di mio padre. Gli dovrei rispetto perché senza di lui non sarei qui e non sarei chi sono, ma proprio non ci riesco. Ha commesso atti imperdonabili e penso che tu possa comprendermi.

Certo che ti perdono, e capisco benissimo che tu non voglia parlarne…

* Il destino è davvero segnato e ineluttabile, oppure si può combatterlo grazie alla passione e l’amore?

Domanda filosofica e impegnativa. Spero di esprimermi in modo consono e se non lo faccio, ti prego di correggermi. Il mio motto è “combattere sempre e arrendersi mai”. Per cui il destino non è mai segnato e tantomeno ineluttabile e per certo ti dico che combattere con passione per realizzare i propri sogni e i propri credo sia la forma di amore più espressiva e omnicomprensiva che esista.

Hai risposto in maniera perfetta! TU SEI PERFETTO… Ups!

* L’amore ha diverse forme, vero? Ce lo dimostra proprio questo libro.

Affermativo. Forma, mi dici… L’amore per me ha forma liquida, come l’acqua cristallina che sgorga da una fonte, come le gocce di un profumo o dorma instabile quando si tratta di nitroglicerina, fin a divenire veleno nelle sue forme perverse che personalmente aborrisco. Preferisco il bicchiere di semplice acqua in fin dei conti siamo fatti di quella per la maggior parte. Giusto?

Wow, che definizione fantastica!

* La tua sottile ironia russa… viene sempre compresa?

Non comprendo la domanda, chiedo venia.

Se me lo dici così… sto per sciogliermi… Probabilmente mi sono capita da sola! 😀

* Un’altra domanda arriva prepotente: una piccola anticipazione del prossimo romanzo? Probabilmente Anton e i suoi Astori saranno ben presenti, vero? Calcola che io ho iniziato un allevamento di questi rapaci solo per lui!

Potrei contraddirti, ma ti pregherei di non offenderti. Ti assicuro che un rapace in casa non è il massimo della convivialità. Vivere per giorni con Ophelia, il falco femmina di Anton, sempre pronta ad artigliare tutto ciò che si muove in autonomia, non è sempre facile. Ad esempio quando decidi di fare la doccia… le mutande te le devi togliere in bagno e con la porta chiusa… altrimenti… Intendi cosa voglio dire, vero? E infine per risponderti seriamente. Si! Anton sarà al mio fianco anche in futuro. Il suo ruolo sarà determinante e sarà personalmente coinvolto dagli eventi.

Ussignur… Vabbè, ma io voglio un astore per far colpo su quell’omaccione di Anton!

* Che tipo di rapporto ti piacerebbe costruire con i tuoi lettori, Kostia?

Esattamente quello che mi stai concedendo di fare tu. Nulla di più. Di solito l’intervista viene riservata all’autrice del libro che parla in nome dei personaggi ed essere chiamato personalmente a rispondere mi fa sentire vivo e per questo ti ringrazio di cuore.

Kateryna, invece tu? Tendi a tenere le distanze, oppure assumi un atteggiamento confidenziale con chi ti legge?

Kateryna: Ciao Alessia, grazie per la domanda. Confidenziale e di profonda riconoscenza, ma senza esagerare, poiché come accade molto spesso non conoscendo la lettrice personalmente, non vorrei apparire invadente. Certo che se poi si istaurano legami più profondi allora si apre la via di un’amicizia. Un esempio te lo riporto subito. La prima lettrice che mi scrisse su messenger per chiedermi informazioni del libro prima di leggerlo e poi per dirmi che le era piaciuto veramente tanto una volta letto, darà il nome ed il cognome a uno dei personaggi del prossimo libro. Bello, non trovi?

Lo trovo fantastico! Tu, poi, sei davvero molto disponibile e gentile! Sarà davvero lusingata questa lettrice!

* Cosa desideri per il tuo futuro o quello delle tue prossime creature, Kateryna? La pubblicazione nel catalogo di qualche casa editrice? Cosa cambierebbe dall’essere self?

Per Piccolograndeamore sogno come ogni scrittrice che venga letto, anzi letto tantissimo. Scrivere per tenere nel cassetto un’opera non ha alcun senso e per fortuna ora esiste la possibilità di autopubblicarsi, non possibile fino a qualche anno fa. Senza la modalità self io non sarei qui con te e Konstantin a parlarne. Certo una casa editrice ti darebbe modo di rendere più visibile il tuo lavoro, ma diamo tempo al tempo. Sinceramente già il fatto che Giulia Segreti e Barone Mark Kheel stiano terminando l’audiolettura completa del romanzo, mi gratifica tantissimo e mi fa pensare che valeva la pena scriverlo solo per sentirlo interpretare da loro. Secondo me sono impareggiabili. Spero di tutto cuore di accedere ad Audible, la piattaforma per ascoltare un libro anziché leggerlo. Poi non nascondo che vorrei divenisse un film e sognare non costa nulla.

Guarda, spero che i tuoi sogni si realizzino e che tu voli in alto con le tue scritture. Sei davvero una brava autrice e io sono caduta con tutte le scarpe dentro la storia di PICCOLOGRANDEAMORE. Ho dimenticato la mia realtà, per entrare in quella dei tuoi personaggi e leggere altro, dopo avere letto il tuo libro, non è stato affatto facile: Kostia, Katia, Anton e gli altri continuavano a rimanere nella testa, e ancora ci sono!

* Sogniamo, Kostantin. Chi desidereresti interpretasse te, Katia, Anton e Francesca in una eventuale trasposizione cinematografica? Con quale regista ti piacerebbe lavorare? E la colonna sonora?

Dolce Alessia, devo deluderti, ma non sono uomo da mondo mondano, perdona il gioco di parole, forse Kateryna ti saprebbe rispondere con precisione invece.

A te si perdona tutto…!

Grazie Konstantin, rispondo volentieri. Dunque per te avrei pensato a Tom Hiddelston e per Anton ci vedrei bene Luke Evans, mentre per la parte di Katia e Francesca basterebbe un’unica attrice e non avrei dubbi nello scegliere per il cast Emilia Clarke. Non scelgo attori italiani, non per mancanza di rispetto, ma perché scegliendoli stranieri avrei la possibilità di ingaggiare come doppiatori proprio Giulia Segreti e Barone… amo troppo le loro voci. Per il regista invece dovrei farmi consigliare, mentre per la colonna sonora sicuramente vorrei la creasse Abel Korzeniowski.

Non li conosco… Ma sicuramente sarebbero perfetti. Ho sentito alcune letture del libro di Giulia e Barone: brividi!

* Kostia, raccontaci le emozioni di Kateryna nel momento in cui ha pigiato il bottone della pubblicazione…

Non vorrei dirlo e forse me ne pentirò ma oserei pensare che il sentimento più tangibile fra gli innumerevoli provati sia stato il senso di liberazione.

* Perché dovremmo leggerti?

Domanda molto difficile. Prosaicamente ti rispondo: perché penso che ne varrà il tempo speso. Io piaccio e non so il perché. Anche se capisco il perché piace Anton. Non mi chiedere di Katia perché sarei di parte. I personaggi sono interessanti e la trama oserei dire che è nuova… e poi perché i sentimenti che compaiono nel libro sono quanto di meglio esprima l’essere umano quando se ne vuole vedere il bello che c’è in lui, ponendo l’amore per un bambino al di sopra di ogni cosa.

* Infine, la tua cover è bellissima, ti emoziona essere stato racchiuso in quella immagine? Alla fine, a me, sembra che ci sia l’essenza del vostro romanzo.

Trovo anche io che la cover sia perfetta. Katia ti direbbe che è perfettibile. Per quanto mi riguarda rappresenta la vera essenza del libro. Un patto tra un uomo e una donna… un bambino da vendere e un bambino da comprare…una verginità da inventare. Purtroppo solo a lettura terminata, una lettrice la apprezza comprendendone il senso profondo. Non è escluso una rivisitazione della cover nel tempo, mantenendo quella foto ma migliorandone l’appeal. Kateryna dice che non è seducente per un lettore che lo voglia scegliere guardando la copertina e forse ha ragione. Anzi, ha sicuramente ragione.

Dopo avere letto il libro, ho adorato la copertina… In due parole hai racchiuso l’anima della vostra storia.

* Vuoi fuggire con me? Ahahah, no scusa, non ho resistito… Vuoi porgere una domanda a me?

Izvini dolcissima. Forse se ti avessi conosciuto prima di conoscere Katia… la mia Gattina. Una domanda per te… vediamo. Nella vita cosa ti fa scattare sull’attenti e cosa ti fa tenere la bandiera a mezz’asta…? Se sono indiscreto, non mi rispondere.

Eh… mannaggia, tutta questione di tempo! Ahaha! Katia è degna protagonista insieme a te di questo romanzo! Perdonami, non è una domanda indiscreta, ma non so rispondere… 😀

È appena arrivato Anton, e io ora muoio tra questi due russi granitici e prorompenti…

* Ciao Anton, chi ha letto PICCOLOGRANDEAMORE, immagina che nel prossimo romanzo di Kateryna ci sia spazio anche per te e un’altra ragazza che è già presente in questo romanzo, vero? Cosa ci dici al riguardo?

Anton: Dobryy vecher Alessia. Un piacere anche per me conoscerti. Spero tanto che Kateryna mi accontenti. Quando mi ha chiamato a rapporto poco tempo fa, ho fatto una lunga lista di richieste e lei ha confermato che molte di queste verranno accolte. Penso che realizzerà parecchi dei miei desideri, se non tutti… alcuni però vorrei li realizzasse Francesca…

Ahahahaha! Sicuro Francesca sarà felice di realizzarli! Non vedo l’ora di leggere anche la tua storia!

* Per favore… mi dite DOBRYY VECHER…:-D

Dobryy vecher mia dolce Alessia. Sei stata un’ospite apprezzabile e spero ci risentiremo ancora. Spasibo.

Dobryy vecher Frizzante Alessia, so per certo che ci incontreremo. Bol’shoye Spasibo.

Ussignur… Posso morire felice, ora! 😀

* Per concludere, Kostia, ti lascio campo libero, fai o dimmi qualunque cosa tu voglia.

Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato e che ci hai dedicato. In tutta confidenza era la mia prima intervista ed ero un po’ nervoso, ma tu hai saputo mettermi a mio agio. Ci rivedremo in Italia perché sto per arrivare e forse potremmo incontrarci anche di persona. Spasibo e dobryy vecher a tutti.

Mai quanto ero emozionata io di incontrarti! Sei stato un ospite fantastico e spero che questa intervista abbia messo in evidenza molte caratteristiche del vostro romanzo e faccia venire una golosetta curiosità riguardo la vostra storia! Uh mamma, se venite in Italia, DEVO vederti! In bocca al lupo per tutto e grazie mille!

Ps. Per te ho preso lezioni di russo! 😀

Grazie anche a Kateryna!

Dobryy vecher e dasvidania a voi!

Le carezze che teniamo per noi e le nostalgie che ci rimangono sottopelle…

E poi mi sorprendo a cercarti tra i ricordi. Non lo faccio a posta, sono i pensieri che scorrono malinconici tra le mie dita, invocando sogni rimasti intrappolati negli occhi, che cerco di fare scivolare via in una lacrima.
Sei tu che ti sei incastrato sottopelle…
All’orizzonte il sole si nasconde, cala la sera, la luce muta divenendo tenue, il reale si fonde con l’irreale, mentre il resto svanisce.
Il buio mi avvolge e la malinconia del vivere, che non mi abbandona mai, sembra più semplice.
Ma… quella strana sensazione di qualcosa di mai avvenuto, di parole non dette, rimaste incastrate chissà dove, mi graffiano il cuore e mi stringono l’anima.
Un attimo prima dello svanire del buio, io decido di rimanere nella carezza della mia solitudine a pensarti e ricordare il tuo odore. Frugo tra le emozioni per cercare quello che è stato di noi e ciò che sarà di me, la sottile linea di confine tra la nostalgia e i miei sogni. Intanto la vita accade, mi sembra di stare ferma, ma tutto va avanti, nonostante me.

Samuel di “So quando sei felice dal colore dei tuoi occhi” di Emiliano Di Meo. Dentro al romanzo: parlano i protagonisti, non gli autori.

I libri sono delle porte fatate che ci conducono in una realtà parallela e, spesso, sono gli stessi autori a portarci per mano alla scoperta del loro mondo. I romanzi, quelli che ci piacciono, non si leggono, ma si vivono, si respirano, ci si cade dentro. Ultimamente ho conosciuto tutto un universo di storie che sono rimaste intrappolate in me: sono intrise delle passioni, gli amori e i sogni degli scrittori che escono fuori prepotenti dalle loro penne.

Mi è tornata la voglia di chiacchierare con i personaggi di questi libri. So che il mio non è un blog letterario, ma ne ho davvero voglia!

Inizio intervistando Samuel, il protagonista di “So quando sei felice dal colore dei tuoi occhi” di Emiliano di Meo.

Trama: Questa è la storia d’amore tra un insegnante di lingue (Mirko) e il giovane bassista di una rock band amatoriale (Samuel). Al primo, uomo dai colori talmente chiari da sembrare albino, la vita ha insegnato a innalzare muri. Al secondo, estroverso artista metropolitano, quella stessa vita insegnerà come scavalcarli per spingersi oltre le proprie paure.

Dell’autore, Emiliano, dico che ogni volta mi sorprende perché riesce sempre a farmi entrare nella storia che sta raccontando. E lo ringrazio per le sensazioni che mi fa provare; è emozionante quando uno scrittore si mette in gioco in questo modo, regalando al lettore un pezzetto del suo cuore. I personaggi di Emiliano sono uomini… descritti da un uomo: veri e reali. E le storie sono ambientate nella nostra Italia. Spesso, leggendo i suoi libri, mi vengono istinti omicidi, soprattutto quando arrivo al finale, mai scontato, e… lo insulto! Giuro che è un complimento!

Ma… ecco che arriva Samuel, è bellissimo. Lo saluto, lui mi fa l’occhiolino e io… mi sciolgo.

Gli passo una flûte con del prosecco, le bollicine ci aiuteranno a rompere il ghiaccio, e iniziamo la nostra chiacchierata, davanti agli occhi curiosi di Emi.

* Samuel, sei stato un protagonista prepotente? Hai fatto ciò che Emiliano aveva in mente, oppure hai fatto sentire le tue ragioni nella sua testa e hai vinto contro di lui?

S: È difficile vincere contro Emiliano quando si tratta di libri, lui aveva un’idea chiara fin dall’inizio e poi io non sono un uomo prepotente, tutto il contrario. Sono sicuro di me, di quello che voglio, ma non uso la prepotenza per ottenerlo, non fa parte del mio carattere. Il libro oltre a raccontare una bella storia d’amore, un amore pulito tra due uomini con un vissuto differente, è stato concepito come mezzo tramite il quale veicolare un messaggio importante e quindi non poteva esserci un’evoluzione differente rispetto a quella immaginata dall’autore. Su questo siamo sempre stati d’accordo. Io ed Emiliano siamo molto simili.

* Sei orgoglioso di essere uscito dalla penna di Emiliano? Ti va di raccontarci qualcosa di lui? Che tipo di scrittore è? Ad esempio, è uno che prende appunti non appena gli balena un’idea in mente? Utilizza appunti e post it sparsi da assemblare quando c’è il momento e l’ispirazione giusta, oppure è meticoloso e perfettino, un po’ come te? E tu, Samuele, sei stato concepito a mano oppure sei una creatura puramente digitale?

S: Emiliano è un visionario e sono molto orgoglioso di essere uscito dalla sua penna. Emiliano è uno che prende a cuore tutto quello che fa. Ha un progetto, non scrive mai tanto per farlo, non da nulla per scontato. Lui scrive sperando che il lettore, letta l’ultima pagina del libro, si fermi a riflettere. Scrive immaginando di “arricchire” la vita di qualcuno, scrive sperando di dar voce a chi non ne ha. Scrive non solo per il piacere di intrattenere, ma per rappresentare una comunità come quella LGBT, ma in un modo nuovo, più moderno e sincero. Scrive per invitare la comunità LGBT ad analizzarsi per immaginare se stessa in un modo nuovo, estirpando e consegnando al passato abitudini e stili di vita che non hanno garantito quanto avevano promesso. Non prende molti appunti, ma se gli viene in mente una costruzione che gli piace particolarmente la scrive subito, per poi inserirla nel testo appena possibile. Scrive solo quando ha voglia di farlo, senza forzature. Scrive prevalentemente di notte. Per quanto riguarda me, no. Non sono una creatura puramente digitale.

* Mentre Emiliano ti scriveva, quale era il suo umore? Era sicuro di sé, di te e di ciò che stava narrando? Mentre ti pensava, scarabocchiava, sentiva la musica, oppure era in religioso silenzio?

S: Emiliano, in genere, è sereno quando scrive, perché gli piace farlo. Cerca di non farsi influenzare da pensieri del tipo “cosa si aspettano i lettori?”. Se non facesse così, non riuscirebbe a scrivere qualcosa di autentico. Durante la stesura di SO QUANDO SEI FELICE DAL COLORE DEI TUOI OCCHI però era particolarmente concentrato, perché non voleva scrivere nulla di sbagliato. Ha letto molto sull’argomento prima di cimentarsi con la stesura del libro, ha parlato con chi vive situazioni simili. La sua unica preoccupazione era non scrivere stupidaggini in merito a qualcosa di così importante. Emiliano ama scrivere in silenzio, ma fa delle pause musicali per creare atmosfera o per recuperare un determinato umore. Prende molto sul serio quello che fa, ma prende molto meno sul serio se stesso. Ritengo che sia un uomo divertente, ma pochi lo sanno.

* Cosa ne pensi del titolo che ha assegnato alla tua storia con Mirko, SO QUANDO SEI FELICE DAL COLORE DEI TUOI OCCHI? E la copertina?

Emiliano ha un’ossessione per i titoli! Odia tutto ciò che suona banale o già sentito. Il suo motto è “il titolo di per sé mi deve già raccontare qualcosa”. Per quanto riguarda la copertina, è sua l’idea, la scelta del font e, soprattutto, la scelta della fotografia per la quale è riuscito ad avere i diritti dopo una fitta corrispondenza con il fotografo. Alcuni gli avevano suggerito di scegliere un titolo più breve, ma non c’è stato verso e io sono d’accordo. Credo che non potrebbe esserci titolo più adatto o copertina migliore.

* Ti va di parlarci di Mirko? Cosa ti ha fatto innamorare di lui?

S: Mirko è un angelo al quale uno stupido ha provato a tarpare le ali. È luminoso. A volte non c’è neppure bisogno che parli, perché io leggo lui e lui legge me. È forte, eppure quando lo abbraccio si abbandona e sento che vuole che io lo protegga e io voglio farlo. Se non ha potuto contare su nessuno, ora può contare su di me. Mirko è generoso, tenero. Si emoziona per l’arte, per le cose semplici. Ha degli occhi che sembrano magici, perché cambiano colore in base al suo umore e io ne rimango ipnotizzato. Mirko è casa mia.

* Invece, tu che tipo sei, i tuoi sogni, le paure, le gioie…? Cosa ti piace di più di te, sia fisicamente che caratterialmente?

S: Io sono un tipo abbastanza tranquillo, anche se quando mi arrabbio ho bisogno di stare solo e, in genere, la mia prima reazione è quella di uscire di casa per andarmene in strada e camminare. Mi spaventano le cose che non conosco, ma poi trovo il coraggio di guardarle e familiarizzare con esse. Sono un uomo al quale piace stare in compagnia, ma deve essere una compagnia molto ben selezionata. Mi piacciono i miei amici, la musica. Mi piace suonare. Mi piace quando l’attenzione si sposta da quello che sei a quello che sai fare bene. Sono felice durante le mie serate casalinghe con Mirko e quando passano a trovarci i nostri amici, non ho bisogno di molte cose. Mi piace la convivenza. Mi piace che le persone che mi orbitano intorno sorridano. Non so cosa mi piaccia di me, fisicamente parlando. Mi trovo un tipo, non sono uno che presta particolare attenzione alla cura di me stesso. Non faccio sport, ma non posso lamentarmi perché nonostante questo mi considero in forma. Nell’insieme mi piace il mio aspetto. Caratterialmente mi piace il fatto di avere le idee chiare. Capisco subito se una cosa fa per me o no, se qualcuno mi piace. Capisco subito quello che voglio. Non soffro di quel genere di indecisione che porta le persone a cambiare idea ogni giorno.

* Ti senti un po’ uno di quei libri che cambia sfaccettatura e significato a seconda del momento e dell’umore che sta avendo il lettore in quel momento?

S: No, credo che in questo caso parliamo di un libro che non è possibile interpretare in base all’umore. La storia è troppo delineata per prestarsi a interpretazioni. È un messaggio di luce e speranza.

* Che tipo di rapporto ti piacerebbe costruire con i tuoi lettori, Samuel? So che vorresti trasmettere degli insegnamenti, illuminaci su questo aspetto?

S: Vorrei instaurare un rapporto fatto di chiarezza. Uno di quei rapporti in cui, se non capisci qualcosa non ti poni il problema di chiedere. Vorrei un rapporto di incoraggiamento e supporto. Una di quelle amicizie semplici, ma preziose.

* Emiliano, invece tu? Tendi a tenere le distanze, oppure assumi un atteggiamento confidenziale con chi ti legge?

Emi: Dipende da come si pone chi legge. Non mi piace chi usa i libri come pretesto per arrivare ad altro. Se ho la sensazione che dall’altra parte ci sia qualcuno di equilibrato, mi lascio andare volentieri. Mi piace il confronto, la condivisione. Faccio tesoro di ogni osservazione, di ogni commento o recensione. Mi interessa il punto di vista di tutti, se riconoscono sincerità nelle osservazioni mosse. Sono però uno che mette fine a una confidenza con la stessa velocità con la quale questa è stata concessa, se mi sembra che dall’altra parte le intenzioni non siano chiare. Mi piacciono coloro che capiscono in autonomia dove finisce il loro spazio e inizia il mio.

* Samuel, cosa ti accomuna al tuo papà letterario? Quanto c’è di te in lui, e viceversa? Anzi, non poniamo paletti… Qual è il personaggio che meglio lo rappresenta? E il romanzo? Ce n’è uno a cui è più affezionato, secondo te?

S: C’è molto di me in lui. Emiliano è coraggioso, soprattutto quando ama. In amore vuole dare, gli piace esserci. Odia le menzogne, lo offendono. Emiliano è un uomo capace di dare molto, ma, se si accorge che l’oggetto delle sue attenzioni lo prende in giro, è finita. Difficilmente torna indietro. In questo siamo molto simili. Quando apre il cuore, si trasforma. A Emiliano piace l’amore, ma quando qualcuno lo delude fatica a fingere che non sia successo niente. Quando viene ferito si ammutolisce e va via. Apre il proprio cuore pieno di buone intenzioni, ma se si rende conto che l’altro cerca di giocare con i suoi sentimenti, lo richiude e taglia ogni contatto. Siamo entrambi molto selettivi. Emiliano forse lo è addirittura più di me. Ci somigliamo sotto molti aspetti, ma gli somigliano anche altri personaggi. Molti hanno qualcosa di suo. Come carattere, credo che quello che gli somiglia di più sia Marcello de “Il Chiaroscuro Delle Cose”. Sono davvero molto simili. Per quanto riguarda le sue preferenze, vediamo… “La Parte Sospesa Del Cuore”, “So Quando Sei Felice Dal Colore Dei Tuoi Occhi”, “Il Chiaroscuro Delle Cose” e “L’Universo Cospira”.

* Emiliano non scrive di supermachi o uomini che vogliono dimostrare qualcosa con inutili prove di forza, no. Loro mostrano il loro essere completamente, nel bene e nel male, le forze e le debolezze. Come mai crea dei personaggi reali e veri nei suoi scritti?

S: Emiliano ripete sempre che il tempo delle favole è finito. A lui piace guardare al mondo senza filtri, non gli piacciono i travestimenti. Ama l’essere umano nelle sue imperfezioni, ma ammira chi ambisce a migliorarsi. Della filosofia buddista condivide l’ambizione che porta un uomo ad arrivare a essere la migliore versione di sé possibile. È quanto fanno anche i personaggi dei suoi libri. In molti casi si tratta di uomini pieni di difetti, ma questo ce li fa percepire vicini. Non sono supereroi, quindi se riescono loro a dare una svolta alla loro vita, possiamo farlo anche noi. A Emiliano piace scrivere storie nelle quali sia possibile immedesimarsi, libri che raccontino vicende che sembrino accadute davvero o che potrebbero accadere. Un’altra cosa che dice sempre è che la vita è sufficientemente affascinante e imprevedibile che nessuno ha realmente bisogno dei fantasy. È un tipo tutto particolare, ma posso assicurarti che si tratta di un uomo divertente e qualche volta anche buffo.

* Cosa desideri per il tuo futuro o quello delle prossime creature di Emiliano? La pubblicazione nel catalogo di qualche casa editrice? Cosa cambierebbe dall’essere self?

S: Emiliano è uno in contatto con la realtà. Ama scrivere, ma ha i piedi saldamente a contatto con il pavimento. Da quello che ci siamo detti, credo che non abbia particolare ambizioni in merito al lavorare con una casa editrice. Lui è uno che vuole decidere tutto, altrimenti blocca l’uscita del libro. Decide la storia, il linguaggio, l’immagine della cover, il font del titolo. Te lo immagini a lavorare con qualcuno che vorrebbe imporgli la propria volontà? Sarebbero fulmini e saette tutti i giorni! Potrebbe prendere in considerazione un tipo di collaborazione solo se gli garantissero l’ultima parola su tutto. Per Emiliano la cosa fondamentale è che nessuno snaturi la sua idea per ciascuna storia. Quello che mi auguro è che continui a non farsi influenzare dalle aspettative altrui e che continui a essere un autore sincero come è stato finora.

* Parlaci di loro, dei protagonisti degli altri romanzi, sono tantissimi, quindi senza entrare nel dettaglio di ognuno di loro, altrimenti rimaniamo qui due giorni insieme… Emh… non mi spiacerebbe poi così tanto, Samuel!

S: Ci sarebbe molto da dire su ognuno di loro. Ora, non è perché io ne sono innamorato, ma credo che Mirko sia uno dei personaggi più belli dei quali abbia parlato. Giuro che non sono di parte! Detto questo, confesso che mi piace molto anche Paolo de “Il Chiaroscuro Delle Cose”, è dolce e forte allo stesso tempo. È constante e leale. Mi piacciono gli uomini dei quali ci si può fidare. Ammiro la genuina forza di Gennaro, uno dei protagonisti di “Tre Piccoli Fiori Di Velluto Viola”. Ho grande stima per tutti i personaggi de “L’Universo Cospira”. Poi ci sono Juan Carlos e Armando, protagonisti de “La Parte Sospesa Del Cuore” e qui davvero potrei stare giorni a parlare di loro, del loro amore, del modo in cui è rimasto costante negli anni. Ci sono amanti che si aspettano l’un l’altro, amori che si sorprendono resistenti alle difficoltà della vita. Il sentimento che li lega è qualcosa che mi emoziona. Poi c’è Giacomo del nuovo “Amici Di Notte” che è capace di esercitare una seduzione pericolosa sugli uomini…

* Sogniamo. Chi desidereresti interpretasse te e Mirko in una eventuale trasposizione cinematografica? Con quale regista ti piacerebbe lavorare? E la colonna sonora?

S: Sia io che Emiliano ammiriamo molto alcuni lavori di Ferzan Ozpetek e lavorare con lui sarebbe un grande onore. Non ho idea di quali attori potrebbero fare la nostra parte, in questo momento non mi viene in mente nessuno che abbia la magia di Mirko. Mentre per la colonna sonora di idee ne ho a dozzine. Non potrebbe mai mancare How Can You Mend A Broken Heart interpretata da Al Green per la scena del nostro ballo, così come non rinuncerei a Next To Me degli Imagine Dragons per i titoli di coda.

* Senti senti… spettegoliamo un po’… Chi è Emiliano? Com’è mentre fa crossfit??? Sa ballare salsa? 😀 Raccontaci qualcosa di curioso su di lui… È un uomo timido o disinvolto? Crede nell’amore? Nella famiglia? E nell’amicizia (anche quella tra uomo e donna)? Se gli piace qualcuno si imbarazza e diventa goffo (tipo in crisi di ossigeno e gli tremano le mani… :-D),oppure è sicuro di sé e arriva dritto alla meta?

S: Emiliano è un uomo complesso e pieno di contraddizioni. Il crossfit lo diverte, perché lo mette in competizione con se stesso. Gli piace stancarsi, perché la stanchezza fisica seda la sua mente. Ha un buon senso del ritmo e ama ballare, ma la salsa non lo fa impazzire. A lui piace il reggaeton! In genere è una persona disinvolta, ma, può diventare timido in determinati contesti. Crede decisamente nell’amore. L’amore è la cosa migliore che può succederti, lo dice sempre. Crede nella famiglia ed è molto protettivo. Crede anche nell’amicizia, ma è uno che crea dei legami particolari. Non è mai stato uno di quelli che hanno l’amico da aggiornare su ogni evento o cambiamento. Non ha un amico che sente tutti i giorni o al quale confida ogni cosa. Non l’ha mai fatto. È un individualista, ma ama la compagnia. In amicizia però gli piacciono i legami semplici, non vincolanti o esclusivi. Non gli piacciono le persone ossessive o troppo invadenti. Ama chi sa rispettare gli spazi e i tempi altrui. Crede sia nell’amicizia maschile che in quella tra uomo e donna e sa essere molto divertente. Se gli piace qualcuno non si imbarazza moltissimo, ma dipende sempre dal contesto in cui si trova. Se fiuta che c’è interesse anche dall’altra parte, non conosce imbarazzo. È uno che si butta. Però è un uomo difficile da impressionare, questo va detto…

* Raccontaci le sue emozioni nel momento in cui, ogni volta, pigia il bottone della pubblicazione… gli trema il ditino, ve?

S: A Emiliano? No! Lui non vede l’ora di pubblicare cose nuove solo che poi parte l’ansia da refuso, correzione, legge e rilegge anche dopo aver pubblicato, aggiorna… ci tiene a presentare un lavoro ben fatto, questo sì. Ansia da pubblicazione però non ne ha, non ancora almeno.

* Pensi ci sia discriminazione per romanzi del genere m/m? E cosa ci dici della diversità in generale, fa ancora paura? E della comunità LGTB?

S: Sì, credo ci sia discriminazione. Il genere MM viene considerato come un genere di secondo livello. È un genere al quale, però, Emiliano strizza l’occhio. Lui non è un autore di Romance, a lui piace scrivere cose sempre diverse. Non è uno di quegli autori che garantisce il lieto fine per far contenti tutti i lettori. Per lui il messaggio viene prima di tutto. È un autore di Narrativa LGBT più che altro. Se c’è discriminazione nei confronto della comunità LGBT? In parte ancora sì, in una forma diversa rispetto al passato, ma c’è. Emiliano odia l’immagine del gay alla Will & Grace. Odia quando gli altri si aspettano che, in quanto omosessuale, uno debba essere rumoroso, colorato o sempre sulle nuvole. Odia anche quel genere di persone che pensano di poter trattare l’amico gay come fosse un animale da compagnia.

* Perché dovremmo leggere te e gli altri romanzi di Emiliano?

S: Dovreste leggere me, perché io e Mirko viviamo una condizione che molti condividono, ma che troppi ancora ignorano. L’ignoranza può essere letale e dolorosa. Sapere è importante, informarsi è importante. La nostra è una storia di speranza, per questo andrebbe letta. Andrebbero letti, però, anche tutti gli altri lavori di Emiliano per un semplice motivo. Emiliano non scrive mai tanto per farlo. C’è sempre un quadro, un intento. Le sue storie non ti lasciano mai indifferente. Ogni volta che leggi un suo libro ti chiedi “dove andrà a parare stavolta?”. Quando poi finisci di leggere, non puoi semplicemente archiviare il libro e passare a un altro. Ti rimane in testa. Emiliano vuole costringerti a riflettere. Visto che viviamo in una società che invece tende a stordirci tutti per evitare di farci pensare, avere qualcuno che fa l’esatto opposto è stimolante. È un’occasione che tutti dovremmo cogliere.

* Tu ed Emiliano… fatevi una domanda a vicenda.

S: Emiliano, mi vuoi bene?

Emi: Con tutto me stesso, Samuel. E tu me ne vuoi?

S: Con tutto me stesso.

* Ora porgetene una a me, attenzione che sono facilmente imbarazzabile…

S: tu come ci sei arrivata a leggere Emiliano e che idea ti sei fatta di lui?

Beh, tramite le condivisioni su facebook dei suoi pensieri, sia nelle bacheche che nei gruppi sui libri di cui faccio parte. Mi sono incuriosita, ma inizialmente non mi sono lasciata andare e sono rimasta sulle mie. Non volevo leggerlo. Poi sono andata letteralmente in fissa e ho dovuto soddisfare questa curiosità, sennò non mi si levava dalla testa! E menomale che ho ceduto! Un autore che si emoziona dell’emozione dei lettori è esso stesso emozione! Emiliano sembra tutto compitino e uno che un po’ se la tira. Infatti, quando ci parlavo, all’inzio, cercavo di essere a postino e seria… Poi ho capito che lui non è come lo avevo immaginato e sono tornata a essere me stessa, anche se un po’ casinara. Giusto un po’. 😂 E lo trovo anche molto simpatico.

* Volete dire qualcosa che non vi ho chiesto, ma di cui avete piacere a parlare?

S: Vorremmo invitare tutti a rispettarsi di più. Rispettare noi stessi e gli altri. La nostra verità e la loro. Siate sempre curiosi, c’è sempre tanto da scoprire e pensate sempre con la vostra testa.

* Samuel, tu sai che io sono pazza di te, e che se io fossi uomo ti avrei rubato, vero?

S: Emiliano mi aveva accennato qualcosa e ne sono molto lusingato!

* Cosa ne pensi dei balletti social di Emiliano? 😀

S: Emiliano è divertente ed è molto più spontaneo di quello che gli altri possano pensare. Sorride di chi si prende troppo sul serio. Ad esempio Emiliano non ha mai parlato di se stesso come di uno scrittore, ha pudore nel farlo. Lui si definisce “un uomo con delle storie da raccontare”, perché per lui gli scrittori sono esseri superiori. Quando legge autori davvero importanti, ha pudore nel raccontare che scrive anche lui. I social lo divertono, ma allo stesso tempo l’hanno anche ferito, quindi li usa sempre meno e li usa tendenzialmente solo per portare l’attenzione sui suoi lavori.

* Samuel, metti mai le dita nel naso?

S: Sì, e lo fa anche lui.

* Pollo, patatine e pizza… Si mangiano con le mani, o con le posate? Questa è per Emiliano!

Emi: Mani! Sono molto meno formale di quello che credi.

* Infine, non essere geloso, qualche accenno ad “AMICI DI NOTTE“, l’ultima pubblicazione, fresca fresca, di Emiliano…

S: Che dire? Io e Davide, il protagonista di AMICI DI NOTTE, non potremmo essere più diversi. Lui è uno che ogni tanto perde la via, io uno che la via la costruisce. Davide è irruento, io sono più tranquillo. Mi piace il romanticismo, mentre Davide evita quanto considera semplici smancerie. Lui è un duro, io un forte.

Nel frattempo, ci ha raggiunti anche Mirko, l’altro protagonista, di SO QUANDO SEI FELICE DAL COLORE DEI TUOI OCCHI e io ne approfitto.

* Mirko, voglio farti i complimenti e dirti di non cambiare mai. Colgo l’occasione per chiederti le sensazioni che provi quando sei insieme a Samuel.

Mirko: hai presente quando l’inverno sembra infinito e tu hai come la sensazione che non ci saranno nuove giornate di primavera, perché ti sembra impossibile che qualcosa possa sconfiggere e allontanare tutto quel buio e quel freddo e invece poi succede? Quando sono con Samuel mi sento come durante quelle prime giornate di primavera dopo tutto quel buio e quel freddo. Lui è la primavera.

* Per concludere, vi lascio campo libero, fate o dite qualunque cosa vogliate.

S: Ci manteniamo sul generico e vogliamo invitare tutti a pensare con la propria testa. Giudicate un libro solo dopo averlo letto. Una persona solo dopo aver parlato personalmente con lei. Quando dite qualcosa di brutto su qualcuno ricordate che quel qualcuno è figlio, fratello, compagno di qualcun altro e che le vostre parole non feriscono solo lui, ma un insieme di persone. Immaginate una versione migliore di voi e muovetevi in quella direzione. Se lo facessimo tutti, il mondo diventerebbe un posto più sereno sul quale vivere.

* Grazie, ragazzi di essere stati con me e avermi confessato tutte queste belle cosette golosette! Rimanete sempre così!

Mi salutano, ci abbracciamo (wow) e ognuno di noi prende la sua strada.

Questo primo incontro Dentro al romanzo, dove parlano i protagonisti, è stato magico ed emozionante, di sicuro lo saranno anche i prossimi.

E lui è Emiliano:

E poi la luna…

E poi la luna… Donna, volitiva, capricciosa… Mi ricorda che devo tenere stretti i miei affetti… anche quando è difficile… anche quando sembrano lontani… anche quando si affronta una salita… Perché lei, la Luna, continua ad amare il suo Sole… nonostante si incontrino solo in eclissi, o quando lei rimane un attimo nel cielo la mattina con le nuvole complici… Perché la luna è inaccessibile, ma non per tutti… C’è qualcuno davvero importante a cui permette di fare il giro per mostrare il suo lato nascosto, quello più bello… perché pensava lo meritasse… a volte rimane delusa e scende la lacrimuccia… lì cuore si stringe… ma continua a pulsare… Così che faccio io?? Continuo a girare, o mollo tutto e mi fermo??? Rimango immobile, o vivo?? Ciao Luna… ti capisco… Non sono, di certo, capace a rimanere crogiolata nelle mia immobilità: grido, saltello e vado avanti… si affrontano le salite e le discese e la vita è emozionante come un’altalena.

Ho una gran voglia di presentarmi!

Ho una gran voglia di presentarmi! Mi prende così, sono un po’ al rovescio, quindi dopo tipo cinque anni… mi presento 😂 anche se da due annetti non seguo più assiduamente il blog e devo dire che i miei amichetti mi mancano… Ma è bello tornare e ritrovare persone conosciute, e altre ancora da conoscere!
Inizio: non son gnocca, ma ho le tette! 😅
Emh, ‘na scemata per distogliere l’attenzione!
I temerari che leggeranno fino alla fine scopriranno un segreto (e chissenfega, ve?!)
Faccio molta ginnastica, quando mi metto in punta di piedi, per prendere il barattolon di Nutella.
Non sono capace a fare i selfie e non amo pubblicare foto, se non a pezzi tipo puzzle, così la gente non si appaura…! Ma ultimamente ho capito che… che mi nascondo a fare? 😱
Mi piace capriolare, che magari mi si raddrizza la capoccia! Mi piace fare la scema, che la vita già è faticosa a volte…
Mi piace tanto chiacchierare con le persone ironiche, anche se spesso in giro non ce n’è.
Mi piace andare in moto… dietro, che sennò davanti se spiaccicamo!
Credo moltissimo nell’amicizia (soprattutto quella fatta anche di vaffangul e gesti importanti NON sbandierati in giro). Anche in quella tra uomo e donna, e ne sono superconvinta. Pure se l’altro è gnocco!
Sono un po’ lunatica rispetto al mondo social. Spesso mi infastidisce…
Nella vita virtuale spesso rimango male per alcune cose… Non le sopporto proprio… che ci rimanga male è un eufemismo, di più di male che c’è? Ma sono fatta storta io… boh…
non ho mai creduto molto nelle amicizie virtuali, anche se ci sono le eccezioni e, infatti, ad esempio, questo blog mi ha portato delle belle conoscenze: quando ci siamo, finalmente, incontrati è stato come se ci conoscessimo da sempre. E quindi qui mi contraddico, perché sono entrati nel mio reale e sono importantissmi!
Non mi piace la tartaruga negli ometti… e non devono essere più cremati, depilati, sistemati di me 😅😂Mi piace da matti leggere perché grazie ai romanzi posso compiere mille viaggi e vivere infinite altre esistenze e… scrivermi addosso le storie dei personaggi che respirano il mio profumo! Tra un libro e il lettore che ha scelto (è il romanzo a scegliere e non viceversa) si instaura una storia sensuale e passionale…
Questa sono io…
Ah, dimenticavo… porto 42 di piede (e metto la foto perché i propri complessi devono essere superati 😅)
Scusate il poema… chissà chi lo legge!
e ora, visto che me sto a vergognà… ciá!

Io… Principessa 2.0… con l’etichetta di fuori.

Vorrei dirti…

Vieni con me.

Ti porto nel mio strambo mondo al rovescio…

Dove ai grandi si chiede cosa volete fare da piccoli… vogliamo imbrattare, ridere, saltare…

Si cade verso l’alto perché la terra è tonda e quindi non possiamo andare più giù dalla parte dei piedi, ma cadendo andremmo più su dalla parte della testa… strana gravità la nostra…

Baricentro sbilenco che mi fa sbandare e sbagliare la retta via del labirinto, così invece di cercare il Bianconiglio che cammina all’indietro inseguito dal tempo (ma non era viceversa?), mi prendo una cotta per il Cappellaio

Mondo sbagliato (o giusto? Chissà!) dove se la principessa bacia un rospo, lei diventa una rana e lui rimane anfibio…

E quando Bella bacia il suo principe, lui diventa la Bestia e alla rosa tornano i petali…

…dove il cattivo non è il lupo, ma Cappuccetto rosso che mangia le ricottine di Maria Piccinina

Per curiosità, l’uomo di latta si è messo le scarpine rosse e ora non può smettere di ballare.

Storia al rovescio che inizia dal lieto fine… anche se partendo dai titoli di coda sapremmo già tutto e… di nuovo sarebbe tutto sbagliato…

…e poi chi l’ha detto che il fine sia lieto?

Magari ad Anastasia si rimpicciolisce il piede, quindi la scarpina di cristallo le entra facilmente e ruba il principe a Cenerentola, la quale andrebbe a consolarsi nel bosco e… incontra un tizio gnocco. Inciampa, cade tra le sue braccia e vanno via insieme sul cavallo bianco di lui… Più avanti sette piccoli nani disperati vegliano il corpo inerme di Biancaneve nella teca di cristallo che purtroppo non riesce a risvegliarsi… Il principe mai più arriverà…

Invece io voglio salvare Fantàsia e la Principessa bambina, volando su Falcor insieme ad Atreyu vivendo una storia infinita… oppure viaggiare nell’imprecisato mondo impossibile su Cassiopea, la tartaruga luminosa, indicando la strada alla piccola Momo per sconfiggere il fumo degli uomini grigi che rubano il tempo…

Voglio mangiare un Umpa Lumpa inzuppato nella cioccolata calda mentre vado su Plutone con l’ascensore trasparente sparato a tutta velocità dalla Fabbrica di cioccolato

Magari mi perdessi nel Labyrinth della Life on Marz insieme al duca bianco… Anzi di Plutone, visto che sto già lì insieme a Willy Wonka.

Nel mio mondo posso finire tra le pagine dei libri e…

…mi innamoro dello strano aviatore di nome Antoine, che guarda le stelle come lo faccio io. Chissà se anche lui, come me, in un tempo lontano, abbia incontrato un certo Piccolo Principe che gli ha cambiato la vita… Lui, de Saint-Exupéry, disegna elefanti mangiati da serpenti… mentre io disegno pipistrelli appesi agli alberi che sembrano ombrelli…

…poi cado nella trappola del pirata enigmista Massimo della Penna che dissemina e centellina indizi della trama dei suoi libri, cosicché divento avida e ho bisogno di continuare a leggere fino alla fine della storia… perché a volte ci sono dei romanzi, come Boris, nei quali puoi trovare una parte mancante di te…

…invece di ballare sogni di rock ‘n’ roll sul mondo insieme a Lighino bevendo lambrusco e mangiando pop corn… inizio danzando un valzer sull’orlo di Merlino, sperando di non pestare i piedi a Cesare, io intanto mi commuovo e cado nella storia con tutte le scarpe e… mi ritrovo al ballo delle debuttanti di Vienna scalza e coi jeans strappati a ballare il twist con Rosario de Meo

…soffio sopra una lieve polvere che era su alcuni ricordi di Giorgia Golfetto… trovo il coraggio di affrontare cose che non capisco o non conosco di me… perché se non è ora, probabile sarà poi: arriva arriva quello che deve arrivare

IMG_20170525_141507Questo ti direi… Perché sono una principessa 2.0 che inciampa, fa le smorfie, ci rimane male se qualcuno cambia atteggiamento senza motivo…. che arriva agli appuntamenti con un tacco rotto e i pantaloni bianchi maculati al color del fango perché una macchina ha deciso che la pozzanghera sarebbe stata meglio sopra di lei che sull’asfalto…

Che vuole abbracciare, ma anche dare sberle se servono e aiutano…

Che ride ride e sorride… ma poi piange e ha bisogno di coccole e bacini…

E invece:

* tu sei, sei, sei… così perfetto… così dannatamente perfetto… preciso…

* e io sono… così semplicemente normale, ma al rovescio… con le cuciture di fuori, come quando indossi un indumento al contrario e si vede l’etichetta, perché tutto questo mio macello alla fine è colorato e imbrattato, ma trasparente…

Poi arrivi e non sono più capace a parlare… ma riesco benissimo ad avere il fiatone, a fermare i battiti e poi i respiri… Sono molto brava a non capirci più nulla e a perdermi nel nero dei tuoi occhi…

E invece…

<<Sembri disegnata… fatta a posta per essere qui con me ora…>>

<<Ma tu sei sicuro che, per come sono io… per come intendo la vita… io non sono adatta per essere accanto a te>>.

<<Eppure, averti accanto, renderebbe me migliore… come uomo>>.

. . .

E vissero tutti……………….

THE END, ma…

Non so come vissero… se felici e contenti… o felici e sbilenchi…

…sicuramente lottando ed emozionandosi. Senza incastri perfetti, ma giusti in quel momento, anche se i pezzi non riescono a essere perfettissimamente allineati…

Foto personali dei libri di Antoine, Giorgia, Massimo e Rosario.

Foto da web di Momo, La storia infinita, La fabbrica del cioccolato e Labirynth

Ogni tocco…

Le tue mani a ogni tocco mi fanno vibrare la mente e tutte le parti del mio corpo… desideroso…
Il tuo profumo me lo porto addosso come un regalo, un marchio… morsi che lasciano segni e sapore di te sulla mia pelle bianca…

Hai un tocco forte e deciso che crea una scia ardente mentre esplori ogni centimetro del mio corpo. Il tuo passaggio tatua la tua passione sopra la mia.
Inizi dai piedi salendo su, verso il mio desiderio, torturando gli angoli e le pieghe che ti concedo per dissetare la sete che hai di me.

E ti supplico voglio essere saziata da te… dai tuoi baci e le carezze spinte fino ad arrivare all’estasi, che mi fa dimenticare tutto ciò che ho attorno…

Perché quando mi baci e ti concedi… poi ti neghi… io impazzisco.
Il tuo folle gioco coinvolge tutti i miei sensi che ti reclamano… sei bravo a farmi perdere: non voglio ritrovarmi, ma continuare a vivere nei tuoi respiri.

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Foto dal web

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Post scritto a 4 mani, o a 4 piedi, quindi a 40 dita con Blondie!

Grazie amicuzza! Mi sono divertita!

E grazie per sopportarmi su msg, whatsup, telefono… dappertutto ormai! 😀

Ti voglio bene!

sbaciuzz!